29 novembre 2024

Un abile incisore nella Roma dell' Ottocento: Giuseppe Capparoni



Fin dal secolo XVIII la diffusione delle stampe era diventato un fenomeno globale e soprattutto Roma, meta del Grand Tour e delle arti figurative, era il centro della produzione e vendita di questi manufatti.
Oltre alla produzione di grande  artisti, molti di questi lavori si rivolgevano agli stranieri che visitavano Roma, incantati non solo dalle sue bellezze, ma anche dagli apparati religiosi che si potevano ammirare durante le ricorrenti cerimonie religiose. 
Non essendoci ancora la fotografia, molti stranieri avevano comunque il desiderio di riportare in patria un ricordo di Roma, città che forse non avrebbero più rivisto, e che  poteva essere soddisfatto dalle stampe e souvenir (di cui si è parlato qui).

In questo ambito non possiamo non ricordare Giuseppe Capparoni (Roma 1800 ca- 1879) soprattutto per l'originale tematica dei suoi disegni e incisioni, fatte con la tecnica dell'aquaforte.

GIUSEPPE CAPPARONI. Pittore, incisore e negoziante di stampe, abitava a Roma in via del Corso 310, vicino alla chiesa di San Marcello . Appresso, sempre in via del Corso al 311 aveva la sua tipografia. Più tardi si trasferì nella vicina via dell'Umiltà e sembra che abbia venduto la tipografia.
Nel corso della sua lunga attività di pittore e incisore realizzò varie raccolte di stampe, i cui soggetti di carattere ecclesiastico, sono testimonianza della Roma papalina del tempo. 

Infatti non si tratta di monumenti, dei ruderi, di angoli della campagna romana tanto apprezzati e richiesti all'epoca, ma di figurini di personalità della Curia papale, come : il Bussolante di Sua Santità, il Cameriere secreto di Sua Santità, il Fedele del Senato, il Sergente della Guardia svizzera armato nelle funzioni solenni, il Conservatore, il Mazziere della Cappella Pontificia, uno Svizzero armato nelle funzioni solenni, un Senatore e paggi, il Prefetto del Cerimoniere Pontificio, un Cardinale dell'Ordine dei Vescovi, un Uditore di Rota con Croce Papale, un Cavaliere di spada e cappa, il Palafreniere in sala Decano de' Cardinali, il Caudatario in Cappella e un Gentiluomo di Cardinale etc..etc.. 
E non solo....Era autore anche di incisioni che raffiguravano i costumi degli ordini religiosi maschili e femminili dell'epoca.
Va considerato che la rappresentazione dei costumi dei religiosi maschili e femminili vantava un'antica tradizione fin  dal 1500.  

LE INCISIONI. Si trattava di tavole incise con la tecnica dell'acquaforte (140 mm. x 90 mm. circa), i cosìdetti "rami" così chiamati dal materiale su cui si faceva l'incisione, di cui si conoscono esemplari acquerellati. 

Venivano  venduti anche  separatamente al prezzo di 15 bajocchi. 

Segnaliamo una Raccolta che comprende una serie di tavole con figure di monaci e preti. 

 Segue una Raccolta che comprende la gerarchia ecclesiastica e la famiglia pontificia.

E una Raccolta dedicata alle  immagini di monache e religiose. 

Alcune di queste stampe furono disegnate da Capparoni, ma vennero incise da Bartolomeo Pinelli. 

Parte delle incisioni di Capparoni dei costumi della Curia romana furono utilizzate come modello, per i personaggi della processione del Te Deum, nella prima rappresentazione di Tosca, atto I a Roma, al Teatro Costanzi il giorno 14 gennaio 1900.

NOTIZIE SUL DIARIO DI ROMA. Le incisioni di Capparoni per la sua tematica ecclesiastica erano molto apprezzate dalla Curia pontificia. 
Lo dimostra il fatto che varie volte troviamo notizie di questa attività  sul Diario di Roma (1), 
importante giornale vicino proprio alla Curia.
Il Diario pubblicava,  in breve o per esteso, gli avvenimenti religiosi, politici e militari della città e le notizie che ad essa pervenivano dall'Italia e dall'estero. Questo giornale è diventato quindi per i posteri una ricchissima fonte di notizie per ricostruire storia e soprattutto cronaca di quei due secoli.
Nel numero 61 del giornale del 2 agosto 1826 ( pag.4) si legge la notizia relativa a un progetto di associazione attivato da Giuseppe Capparoni, negoziante di stampe in via del Corso 311, vicino alla chiesa di San Marcello. Si cercavano sostenitori per portare avanti un progetto relativo ad una  
raccolta di "Vestiarii coloriti di tutte le corporazioni religiose attualmente esistenti in Roma", con la descrizione in italiano e francese della origine
delle medesime. 
Il giornale aggiungeva poi anche alcune notizie circa l'esecuzione dell'operaogni settimana si sarebbero stampati due rami, venduti al prezzo di bajocchi 15 l'uno, compresa la descrizione. 
Chi ne avesse acquistato n.10, avrebbe avuto l'undicesimo gratis.
Poichè queste raccolte sono state digitalizzate è possibile consultarle online.
Raccolta degli Ordini religiosi che esistono nella città di Roma disegnati  e incisi da Giuseppe Capparoni
(1826) clicca qui [...]


 Raccolta della gerarchia ecclesiastica: considerata nelle vesti sacre, e civilli usate da quelli li quali la compongono /disegnata ed incisa da Giuseppe Capparoni in num.o 60 rami (1827) clicca qui [...]

clicca qui [...]

In tutti i volumi sono raffigurati personaggi ideali, rivestiti dell'abito tipico delle diverse compagnie religiose; inoltre nel primo sono contenute anche notizie, in italiano e in francese, relative a ciascun Ordine rappresentato. 

Nella Gerarchia tanti sono i figurini con monsignori, prelati, diaconi, uditori di rota, avvocato concistoriali, senatori, canonici, maestri di palazzo, maestro di crimonie,  vescovi, i cardinali, cameriere del papa, cameriere segreto, guardie nobili pontificie, musici della Sistina, mazzieri, caudatario, servi, sediario,  bussolante.... 

Lo stesso dicasi degli ordini religiosi maschili e femminili,  corredati, in italiano e in francese,  anche  una breve storia di ogni ordine, corporazione . 

Giuseppe Capparoni disegnò e incise magistralmente  all'acquaforte tutti questi costumi religiosi.

Il popolo romano sicuramente conosceva alcuni degli abiti che indossavano le corporazioni religiose maschili e femminile, raccolte nei volumi. Li poteva ammirare nelle cerimonie religiose e in altre occasioni. 

Magari non ne conosceva la storia, perchè analfabeta, ma comunque tutto ciò faceva parte della tradizione romana..

Lo stesso dicasi per i personaggi che incarnavano la gerarchia ecclesiatica, a iniziare dal pontefice, che spesso si mostrava al popolino durante le imponenti cerimonie religiose che prevedevano la partecipazione dei personaggi importanti della cura pontificia, come le grandi festività religiose, l'Anno santo, e le cerimonie per l'arrivo a Roma di sovrani e personaggi importanti,
essendo Roma la sede del Papato.
Diversa era invece la situazione per i tanti forestieri che circolavano a Roma per diverse occasioni: ad iniziare dal giubileo
Rimanevano ammirati e stupefatti di tanta solennità, e volevano   portarsi dietro un ricordo, un souvenir...

A questo desiderio veniva incontro l'arte di Capparoni e di altri incisori di stampe ubicati a  Roma. Grazie al loro lavoro gli stranieri potevano rivivere i momenti indimenticabili del loro soggiorno nella Città santa.
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1) Diario di Roma (detto anche "Chracas", 1808 - 15 gennaio 1848), con interruzioni: 1809-1814 e 1831. Periodico trisettimanale: martedì, giovedì e sabato. Nella giornata di giovedì esce con la testata Notizie del giorno. Dimensioni: 39x27 cm

BIBLIOGRAFIA E CARTE D'ARCHIVIO. M.G.Branchetti, I costumi della gerarchia ecclesiastica e degli ordini religiosi al tempo di Leone XII nelle stampe di Giuseppe Capparoni pittore e incisore romano (1826-1829) sta in La corte papale nell'età di Leone XII, clicca qui [...]

17 novembre 2024

Personaggi del'amministrazione pontificia: Carlo Fea, Commissario alle antichità.

Un esempio di erudito dei secoli passati? Possiamo proporre il nome di Carlo Fea (1753 –1836) che ai suoi tempi  fu famoso 
archeologo e collezionista d'arte.
Sebbene fosse annoverato fra gli avvocati della Curia romana, essendo ben presto attirato dalla passione per le antichità, non esercitò a lungo l'avvocatura. 
Nel 1781 fu ordinato sacerdote.
Una svolta decisiva nella sua carriera avvenne però nel 1783, quando il principe Sigismondo Chigi della Rovere(1736-1793), anch'egli appassionato di archeologia, lo nominò assistente del suo bibliotecario E. Q. Visconti (1751-1818), per consentire a quest'ultimo di dedicarsi ai propri studi. 
Fu la fortuna del Fea, che ottenne così, al tempo stesso, un impiego intellettuale con enormi mezzi a sua disposizione e un potente mecenate.
Grazie ad una vita molto lunga il Fea è stato autore di moltissime pubblicazioni
(vedi sotto)
COMMISSARIO DELLE ANTICHITA'. A Roma ricoprì dal 1801 l'importante carica  di Commissario delle Antichità e lo fece per ben 36 anni.  
Questa carica implicava che mons. Fea dovesse vigilare sia sulle antichità poste sul territorio romano che per quelle esistenti nel circondario del territorio romano, e doveva eseguire quanto dettato dal Magistrato di Roma. 

I Conservatori di Roma o della Camera Capitolina erano i tre magistrati che, insieme al Priore dei Caporioni, costituivano il Magistrato Romano nel periodo compreso tra il XIII secolo e il 1870, anno della fine del potere temporale dei Papi.
Il Commissario dipendeva dal card. Camerlengo, primo responsabile delle antichità e Belle arti. Per l'archivio relavivo a queste materie si dovrà consultare: Camerale II, Antichità e Belle Aerti, e l'archivio del Camerlengato.
Va ricordato che lo Stato pontificio deteneva un posto di rilievo per i provvedimenti che a inizio del secolo XIX si occupavano primariamente della vigilanza sui beni artistici. 
(Torneremo in un altro post su questo argomento).
Fea si occupò della sistemazione dei Musei Vaticani e Capitolini e si interessò alle opere di scavo, di restauro, di studio di importanti monumenti antichi di Roma (foro romanoColosseoPantheon, Terme di Caracalla...). 
Pubblicò inoltre numerose relazioni di carattere archeologico (importanti quelle sul Pantheon), epigrafico e topografico; fra l'altro curò una ristampa della Storia dell'arte nell'antichità di J. J. Winckelmann.
Fu lui stesso poi che sollecitò provvedimenti legislativi per la tutela del patrimonio archeologico della città. (1

Pubblicazioni di Carlo Fea.
  • 1782 - Vindiciae et observes iuris: volumen primum .
  • 1783 - Sulle rovine di Roma .
  • 1788 - Progetto di una nuova edizione di Vitruvio: L'integrità del Panteone di Marco Agrippa , Roma, ed. Pagliarini.
  • 1789 - Descrizione Dei Circhi, Particolarmente Di Quello Di Caracalla E Dei Giuochi In Essi Celebrati: Opera Postuma Del Consigliere Gio. Lodovico Bianconi Ordinata E Pubblicata Con Note E Versione Francese Dall'Avvocato Carlo Fea E Corredata Di Tavole In Rame Rettificate E Compite Su La Faccia Del Luogo Dall'Architetto Angelo Uggeri Milanese , ed. Pagliarini.
  • 1790 - Miscellanea filologica critica e antiquaria, Tomo primoonline
  • 1797 - Discorso intorno alle belle arti in Roma , in-8, ed. Pagliarini.
  • 1802 - Osservazioni sui monumenti delle belle arti che rappresentano Leda
  • 1802 - Relazione di un viaggio ad Ostia e alla villa de Plinio detta Laurentino , Roma, ed. Antonio Fulgoni, 132 p.
  • 1806 - Dissertazioni epistolari di GB Visconti e Filippo Waquier de la Barthe sopra la statua del Discobolo scoperta nella villa Palombara; con le illustrazioni della medesima traccia da Carlo Fea e Giuseppe Ant. Guattani; e coll'aggiunta delle illustrazioni di altri due dischiboli dissotterrati nella via Appia e nella villa Adriana, prodotte da Ennio Quirino Visconti; Raccolte ed arricchite con note e con le bizzarre iscrizioni della villa Palombara da Francesco Cancellieri .
  • 1807 - L'Integrità del Panteon di Marco Agrippa ora S. Maria ad Martiri rivendicata Al Principato ... .
  • 1811 - Ragionamento sopra le Terme Tauriane, il Tempio di Venere e Roma il Foro di Domiziano e d'Augusto ec. con una tavola in rame .
  • 1812 - Osservazioni intorno alla celebre statua detta di Pompeo: lette il 10. di settembre nell'Accademia Romana d'archeologia.online
  • Notizie degli Scavi nell'Anfiteatro Flavio e nel Foro Trajano con iscrizioni ivi trovate supplite e illustrate — Roma, 1813 online

  • 1813 - Iscrizioni di monumenti pubblici trovate nelle attuali escavationi dei medesimi .
  • 1813 - Ammonizioni critico-antiquarie a varii scrittori del giorno .

  • 1813 - Osservazioni sull'Arena e sul Podio dell'Anfiteatro Flavio dopo gli scavi nel medesimo .
  • 1814 - Nuove osservazioni intorno all'arena dell'anfiteatro Flavio e all'acqua, che ora la ricopre .
  • 1819 - Nuova descrizione de 'monumenti antichi ed oggetti d'arte contenuti nel Vaticano e nel Campidoglio  Online
  • 1819 - Novelle del Tevere: discorso particolarmente in difesa di S. Gregorio Magno .
  • 1820 - L'integrità del Panteon rivendicata a Marco Agrippa dall'avvocato Carlo Fea commissario delle antichità .
  • 1820 - Fremmenti di Fasti Consolari e Trionfali Ultimatemente Scoperti nel Foro Romano e Altrove Ora Riuniti e Presentati alla Santità di NS Pio Papa Settimo .
  • 1820 - Varietà di notizie economiche, fisiche, Antiquarie sopra Castel Gandolfo, Albano, Ariccia, Nemo loro Laghi ed emissarii, sopra di scavi recenti antiquarie in Roma e nei contorni ecc .
  • 1822 - Nuova descrizione di Roma antica e moderna, e de 'suoi contorni sue rarita' specialmente dopo le nuove scoperte cogli scavi arrichita delle vedute piu 'interessanti compilata per uso de colti viaggiatori , ed. Crispino Puccinelli, volume 1, 264 p.e edizione, ed. V. Poggioli, 1823.
  • 1820 - Pio II. Ponte. Max. un calumniis vindicatus. Ternis retractationibus eius quibus dicta et scripta contra Eugenium PP. IV. eiuravit .
  • 1824 - La fossa Traiana .
  • 1825 - Riflessioni storico-politiche sopra la richiesta del ministro dell'Interno di Parigi ai Vescovi e Arcivescovi della Francia di par insegnare nei loro seminari the IV proposizioni dell'assemblea del clero gallicano nel 1682 online
  • 1827 - Considerarazioni storiche fisiche geologiche idrauliche architettoniche economiche critiche dell'Avvocato Carlo Fea ... sul disastro accaduto a Tivoli il dì 16 novembre 1826 colle quali si illustrano anche la storia naturale del paese e varie antichità  online
  • Storia: I. delle acque antiche sorgenti in Roma perdute, e modo di ristabilirle, II. dei condotti antico-moderni delle acque, Vergine, Felice, e Paola, e loro autori : con suggerimenti per aumentare le loro acque, e migliorarne la qualità ... / opera dell'avv. D. Carlo Fea. Roma, 1832. - Scan 2. online
  • 1827 Miscellanea antiquario- idraulica [online]
  • 1827 - Indicazione del Foro Romano e sue principali adiacenze relativa alla contemporanea tavola incisa in rame onde averne qualche idea per lo scavo ordinato nello stesso Foro dalla S. di NS Papa Leone XII nel settembre 1827 con tavola grande incisa in rame .
  • 1830 - Nuove Osservazioni dell'Avvocato D. Carlo Fea ... Sopra La Divina Commedia Di Dante Alighieri: Specialmente CIO Su Che Ha Desso Scritto Ivi E Altrove ... .canna. Nabu Press, 10 gennaio 2010, 25  cm × 19  cm × 0,5  cm , 200  g , ISBN  1141759705 ) , ISBN  978-1141759705 ) .
  • 1832 - Storia dei vasi fittili dipinti che da 4 anni si trovano nello Stato Ecclesiastico in quella parte che è nell'antica Etruria: colla relazione della colonia Lidia che li fece per piu'secoli prima del Dominio dei Romani , Roma, ed. Stamperia delle belle arti, 66 p.
  • 1832 - I Reclami del Foro Trajano esposti al pubblico e giustificati .
  • 1833 - Supplemento allo scritto finora da molti sul famoso musaico scoperto nelle rovine di Pompei: Li 24. Ottobre 1831 dall'avvocato Carlo Fea .
  • 1834 - Jos. Benetti Romani Diss. de Cursu Publico - Compendio storico delle poste specialmente romane antiche e moderne .
  • 1834 - Il diritto sovrano della santa sede sopra le valli di Comacchio e sopra la repubblica di San Marino difeso dall'avvocato Carlo Fea .
  • 1836 - Miscellanea filologica critica e antiquaria tomo II online
1869 - La Villa Albani descritta , con Stefano Morcelli e Ennio Quirino Visconti , Roma, ed. Salviucci, 355 
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Nota 1. Fea era così conosciuto a Roma, da essere citato varie volte nei Sonetti di G.G.Belli.(vedi : Campidojjo San Pietr’in carcere, L’iggnoranza de Mastr’Andrea, Er caval de bbronzo)

29 maggio 2023

I documenti svelano i segreti del pittore spagnolo Diego Velazquez a Roma

Il grande pittore spagnolo Diego Velazquez (Siviglia6 giugno 1599 –Madrid6 agosto1660) venne a Roma due volte durante la sua vita. 

VELAZQUEZ IN ITALIA. Il primo viaggio in Italia risale al 1629 e durò soltanto un anno e mezzo circa. Questo fu anche uno dei momenti cruciali per lo sviluppo dello stile pittorico dell'artista spagnolo e anche della storia del mecenatismo della corona di Spagna, dato che fu Filippo IV a finanziare il viaggio. 
Il sovrano gli assegnò 400 ducati d'argento (corrispondenti a circa 2 anni di salario) a cui si aggiungono altri 200 d'oro, elargiti dal duca di Olivares, potente primo ministro.

Diego venne in Italia per fare il cosiddetto apprendistato, e per studiare sulle tele e dipinti dei grandi pittori italiani. Andò a Venezia, a conoscere Tintoretto, Tiziano e Veronese, artisti che il trentenne pittore di Siviglia scoprì di amare moltissimo, a Genova e poi a Firenze e a Roma a studiare le forme grandiose di Michelangelo e quelle più sobrie e perfette di Raffaello. 
Diego rimase abbagliato da chiese e palazzi, da giardini e antiquarie, dai pittori  della sua stessa epoca Guido Reni, Guercino, Pietro da Cortona, Nicolas Poussin e naturalmente Annibale Carracci e da Caravaggio, che già conosceva.
Venti anni dopo, quando aveva 50 anni, il pittore riuscì a fare un secondo viaggio di in Italia. In questa occasione Velazquez fu inviato a Roma dal re Filippo IV di Spagna per acquistare sculture e dipinti. E anche per reclutare un pittore di talento per abbellimenti all'Alcazar di Madrid. 
Nel 1649 Velazquez dunque si imbarcò a Malaga diretto a Genova, spostandosi poi a Milano e Venezia, dove acquistò dipinti dei più famosi pittori veneti. Poi a Modena fu ricevuto con entusiasmo dal Duca, per il quale eseguì tre ritratti, uno tuttora nella città emiliana, gli altri due ora esposti al museo di Dresda

JUAN DE CORDOBA, AGENTE SPAGNOLO A ROMA. Quando l’artista arrivò a Roma fu l'agente spagnolo 
Juan de Córdoba che gli organizzò il soggiorno. Si occupò di tutte le questione gestionali relative all'invio in Spagna delle opere d'arte, ma non solo.
Gli trovò casa a 
Palazzo Nardini in via di Parione, dietro piazza Navona, gli gestì l’agenda, gli curò gli incontri nelle varie dimore nobiliari della città, lo introdusse negli ambienti romani, gli gestì i contratti dei lavori. E non solo....
D. Velasquez,
Juan de Pareja
VELAZQUEZ A ROMA.  E così anche nella città eterna fu ricevuto con grande onore dal Papa, che gli donò una medaglia e una catena d'oro. E lo incaricò di fargli un ritratto.
Prima però, nel 1650, Velázquez dipinse lo splendido ritratto del suo servo Juan de Pareja, ora al Met di New York. Si tratta di uno dei suoi ritratti più apprezzati e conosciuti. 
Presumibilmente il quadro servì come allenamento visto che non toccava i pennelli da mesi, per prepararsi alla realizzazione dell'ancora più celebre  ritratto di Innocenzo X.

SECONDO VIAGGIO A ROMA.  Anche per Juan quel ritratto rappresentava una svolta: pochi mesi dopo, nel novembre del 1650, Velázquez decise di affrancare Juan con un atto notarile, che stabilì, come unico obbligo, quello di continuare a lavorare nel suo studio per altri quattro anni (vedi dopo). 
Proprio durante questo secondo viaggio e contemporaneamente al ritratto di De Pareja, il pittore rese libero Juan con la clausola di non scappare né compiere atti criminali per almeno quattro anni. 
L’atto, tutt’ora conservato presso l’Archivio di Stato a Roma, è intitolato Donatio libertatis.
Solo successivamente realizzò il famoso ritratto di Papa Pamphilj Innocenzo X (oggi alla Galleria Doria Pamphilj di Roma), e il pittore ne fece anche una copia, che riportò con sé in Spagna. 
Innocenzo X

A ROMA A VELAZQUEZ  NASCE UN FIGLIO. La vita a Roma scorreva così felicemente per Diego che ci vollero le ripetute sollecitazione del re Filippo IV perché riprendesse la via del rientro in patria

Velazquez rimase a Roma fino al 1651, acquisendo sempre più fama e dipingendo vari  capolavori. Frequentò molto gli ambienti filo-spagnoli, eseguendo numerosi ritratti
E proprio Juan de Córdoba si rivelò un personaggio chiave durante il soggiorno romano. Velazquez ebbe un figlio  da una donna sconosciuta, che si ipotizza sia stata la donna ritratta nel quadro conosciuto come Venere di Londra. Il pittore forse non conobbe neanche il figlio,  che si chiamava Antonio, e che fu lasciato a una balia.
Ma poichè la donna sembra lo trattasse male interverrà da Roma proprio Juan de Cordoba, che prenderà il piccolo sotto la sua custodia.
ATTI NOTARILI. Queste uniche e preziose notizie circa la vita privata di Velezquez durante il soggiorno romano, e che influirono anche sulle notizie circa la datazione delle opere romane del pittore spagnolo, sono tratte da un atto rotarile, del 13 novembre 1652, intitolato Restitutio pueri  e conservato, come quello già citato, nell'Archivio di uno dei volumi dei 30 Notai Capitolini. (Notaio Giovanni Garzia Valentino Ufficio 32). Importantissimo e ricchissimo archivio conservato presso l'Archivio di Stato di Roma.
NOTAI. Il Collegio dei Trenta notai capitolini fu istituito da Sisto V con bolla del 29 dicembre 1586 con l'obiettivo di riorganizzare l'antico Collegio dei notai capitolini. Il numero degli uffici notarili fu fissato a trenta; i notai, oltre a rogare atti per i privati, fungevano da cancellieri del tribunale del Senatore: i primi quindici uffici verbalizzavano gli atti del tribunale del Primo collaterale di Campidoglio, gli altri del Secondo collaterale.
Il più antico protocollo conservato risale al 1348 ed appartiene al notaio Johannes Nicolai Pauli [clicca qui].


Proprio dal notaio
Giovanni Garzia Valentino, probabilmente di origine spagnola, venne redatto un atto dal quale si apprende la notizia del figlio segreto di Velazquez, che forse Diego non ebbe neppure il tempo di conoscere in quanto fu richiamato in patria dal re di Spagna, ma di cui comunque, grazie agli amici e a Juan de Cordoba, rimasti a Roma, ebbe modo di interessarsi al piccolo Antonio dopo il suo rientro a Madrid.
Non solo.. lo stesso
archivio del notaio Garzia Valentino conserva un'altro atto di Velazquez
, redatto sempre in occasione di questo soggiorno romano.
Si tratta di un atto che
stabilisce la libertà per il suo servo Juan de Pereira, (Donatio libertatis), quello del ritratto, stabilendo come unico obbligo, quello di continuare a lavorare nel suo studio per altri quattro anni. 
D.Velazquez, Venere di Londra
LE CARTE D'ARCHIVIO E LA BIBLIOGRAFIA.
Cfr. Trenta Notai capitolini, Notaio Giovanni Garzia ValentinoUfficio 32, vol.155.

I documenti relativi a Velazquez "romano" sono  stati trovati e pubblicati nel 1983 da Jennifer Montagu,  Velázquez Marginalia: His Slave Juan de Pareja and His Illegitimate Son Antonio sta in The Burlington Magazine, Vol. 125, No. 968 (Nov., 1983), pp. 683-685. Cfr. anche F.Curti,  A portrait of Juan de Córdoba by Diego Velázquez, sta in The Burlington Magazine, 2019.

19 maggio 2023

Eugenio Casanova e l'Archivistica

 

Il più illustre archivista del periodo a cavallo tra la fine dell'Ottocento e gli anni Venti del Novecento fu Eugenio Casanova: passato alla storia come il "principe" degli archivisti.
Casanova nacque a Torino nel 1867. 
Fu assunto giovanissimo, a diciannove anni dall'amministrazione archivistica, con la licenza liceale, il 2 dicembre 1886, a Firenze, come alunno di prima categoria e si laureò successivamente in Giurisprudenza.  

Prima di arrivare a Roma, prestò servizio negli Archivi di Stato di Firenze, Siena, Torino dove si dedicò agli studi storici. 

Nel 1907 divenne direttore dell’Archivio di Stato di Napoli. Qui a causa del cattivo stato dei fondi archivistici, cominciò a interessarsi al riordino dei fondi del grande archivio napoletano. In ogni sede in cui veniva trasferito, Casanova si interessava delle vicende storiche locali, pubblicando vari articoli o saggi sugli aspetti sociali o storici. 

Nel 1916, morto Ernesto Ovidi, Casanova divenne direttore (soprintendente) dell’Archivio di Stato in Roma e Archivio del Regno, all'epoca uniti, incarico che tenne sino al 1933 e nel quale dimostrò le stesse capacità scientifiche e organizzative già messe in luce nella direzione dell’Archivio di Napoli.

Dopo il collocamento a riposo, continuò nell’insegnamento universitario, non più di Archivistica, ma di Sociologia, e collaborò ampiamente con Corrado Gini, preside della Facoltà di Scienze statistiche, demografiche e attuariali dell’Università di Roma e fondatore dell’Istituto centrale di Statistica, scienziato di fama mondiale. 

Morì a Roma il 22 dicembre 1951. 

SCAMBIO DI ARCHIVI. Uno primi e più importanti successi di Casanova fu l’acquisizione del ricchissimo archivio della Sacra Congregazione del Buon Governo (1588- 1847), preposta per due secoli e mezzo all’amministrazione locale dell’intero Stato pontificio, da Bologna a Benevento. Si trattò di un importante scambio con l'Archivio Segreto Vaticano, a cui furono  ceduti fondi di natura ecclesiastica. 

L'ARCHIVISTICA.  Bisogna attendere il 1925 perché proprio a Casanova sia affidato il primo insegnamento universitario di Archivistica presso la Facoltà di scienze politiche dell'Università di Roma, incarico che fu portato avanti ininterrottamente fino al 1935. Casanova è infatti considerato il padre dell'archivistica italiana. 

Grazie al suo insegnamento l’Archivistica entrò fra le materie universitarie, in particolare nella facoltà di Scienze politiche dell’Università degli Studi di Roma.

Nel 1928 pubblicò la prima edizione del famoso manuale Archivistica, opera più vasta e completa della disciplina sino ad allora e punto di partenza per le successive speculazioni teoriche. Altissimo, nell'opera, il concetto dell'archivistica e dell'importanza di essa al di sopra di ogni disciplina per la formazione dei futuri archivisti. Il manuale è online  [clicca qui]


Alla collaborazione di 
Casanova e di altri archivisti si deve, fra l’altro, la pubblicazione della monumentale opera, in dieci volumi, sulle fonti archivistiche per lo studio dei problemi della popolazione sino al 1848.

GLI ARCHIVI NEI SECOLI. Nel corso di secoli, gli archivi hanno subito una profonda trasformazione passando da  strumenti di potere, cioè depositi di documenti, a cui attingevano  a piene mani sovrani, città, famiglie nobili, istituzioni ecclesiastiche, per attestare e legittimare possessi, poteri, giurisdizioni, e quindi oggetto di attenzione da parte delle autorità, che ne dichiaravano la riservatezza, a patrimonio della nazione e fonti primarie per la ricerca storica, avviandosi così al riconoscimento sempre più esplicito di beni culturali.

28 marzo 2023

Il Repertorio del personale d'archivio dal 1861 al 1946















Questa fotografia è una vera rarità. E' infatti databile fra il marzo e i primi di novembre 1919, nel periodo in cui il direttore dell'Archivio di Stato di Roma, all'epoca unito con l'Archivio del Regno, era Eugenio Casanova, anche lui ripreso nella foto. E' stata inserita nel primo dei due volumi di cui si dirà dopo e , ricordo, spiccava sul muro incorniciata alle pareti della Direzione dell'Archivio di Stato di Roma tanti  anni fa....Penso come ricordo di persone che avevano lavorato in passato nell'Istituto romano...

IL PERSONALE DELL'ARCHIVIO DI STATO IN ROMA E ARCHIVIO DEL REGNO. Sono state individuate molti delle persone fotografate: da sinistra a destra per chi guarda, in basso: Armando Lodolini (371), Vincenzo Morelli (374), Mario Cingolani (366, seminascosto), Manfredo Helminger (161), Antonio Taffetani (446), Giulio Rocco Cicchetti (137), Giovanni Maffei (409); in seconda fila, seduti, Pompeo Barbato (166, in servizio nella Sezione Archivi del Ministero dell'Interno), sig.ra Spano (non dell'Archivio), Eugenio Casanova
Armando Lodolini
(184), direttore, Giuseppe Spano, funzionario del Ministero dell'Interno preposto al settore degli Archivi, ? (non identificata; non dell'Archivio, in quanto gli Archivi non avevano personale femminile); in terza fila, in piedi, Giovanni Battista Picchiorri (203), Ermanno Loevinson (225), Emilio Re (358), ?, ? (due persone non identificate), Mario Tosi (333), fra Tosi e Tonetti si intravede un'altra persona, non identificata, Felice Tonetti (289), Guglielmo Alterocca (335), ? (non identificato), Roberto Grella (278), Paolo Schianchi (356).  
 
La fotografia è databile fra il marzo e i primi di novembre 1919, in quanto vi sono presenti Armando Lodolini all'epoca archivista, tornato alla vita civile nel marzo 1919, e Mario Cingolani, di cui il 6 novembre 1919 furono accettate le dimissioni e che successivamente fu deputato e senatore.
IL REPERTORIO. I numeri, fra parentesi,  fanno riferimento al progressivo con cui sono individuate le varie personalità elencate nel  volumi online qui sotto indicati del 
I volumi forniscono, a partire dall’unificazione dell’Amministrazione archivistica sotto il Ministero dell’Interno fino al 1958, in sintesi per i vari personaggi,  i dati sulla loro carriera e sulla loro produzione scientifica e letteraria. 
Riescono così fuori notevoli figure di archivisti. Il volume è arricchito da una interessante introduzione storico-archivistica del professore Elio Lodolini, docente universitario e già autorevole archivista di Stato e dirigente archivistico, scomparso nel marzo 2023. In essa si ripercorrono le vicende dell’Amministrazione archivistica dall’Unità d’Italia agli anni Cinquanta, con stretti riferimenti anche ai dati contenuti nel vero e proprio Repertorio.