19 maggio 2023

Eugenio Casanova e l'Archivistica

 

Il più illustre archivista del periodo a cavallo tra la fine dell'Ottocento e gli anni Venti del Novecento fu Eugenio Casanova: passato alla storia come il "principe" degli archivisti.
Casanova nacque a Torino nel 1867. 
Fu assunto giovanissimo, a diciannove anni dall'amministrazione archivistica, con la licenza liceale, il 2 dicembre 1886, a Firenze, come alunno di prima categoria e si laureò successivamente in Giurisprudenza.  

Prima di arrivare a Roma, prestò servizio negli Archivi di Stato di Firenze, Siena, Torino dove si dedicò agli studi storici. 

Nel 1907 divenne direttore dell’Archivio di Stato di Napoli. Qui a causa del cattivo stato dei fondi archivistici, cominciò a interessarsi al riordino dei fondi del grande archivio napoletano. In ogni sede in cui veniva trasferito, Casanova si interessava delle vicende storiche locali, pubblicando vari articoli o saggi sugli aspetti sociali o storici. 

Nel 1916, morto Ernesto Ovidi, Casanova divenne direttore (soprintendente) dell’Archivio di Stato in Roma e Archivio del Regno, all'epoca uniti, incarico che tenne sino al 1933 e nel quale dimostrò le stesse capacità scientifiche e organizzative già messe in luce nella direzione dell’Archivio di Napoli.

Dopo il collocamento a riposo, continuò nell’insegnamento universitario, non più di Archivistica, ma di Sociologia, e collaborò ampiamente con Corrado Gini, preside della Facoltà di Scienze statistiche, demografiche e attuariali dell’Università di Roma e fondatore dell’Istituto centrale di Statistica, scienziato di fama mondiale. 

Morì a Roma il 22 dicembre 1951. 

SCAMBIO DI ARCHIVI. Uno primi e più importanti successi di Casanova fu l’acquisizione del ricchissimo archivio della Sacra Congregazione del Buon Governo (1588- 1847), preposta per due secoli e mezzo all’amministrazione locale dell’intero Stato pontificio, da Bologna a Benevento. Si trattò di un importante scambio con l'Archivio Segreto Vaticano, a cui furono  ceduti fondi di natura ecclesiastica. 

L'ARCHIVISTICA.  Bisogna attendere il 1925 perché proprio a Casanova sia affidato il primo insegnamento universitario di Archivistica presso la Facoltà di scienze politiche dell'Università di Roma, incarico che fu portato avanti ininterrottamente fino al 1935. Casanova è infatti considerato il padre dell'archivistica italiana. 

Grazie al suo insegnamento l’Archivistica entrò fra le materie universitarie, in particolare nella facoltà di Scienze politiche dell’Università degli Studi di Roma.

Nel 1928 pubblicò la prima edizione del famoso manuale Archivistica, opera più vasta e completa della disciplina sino ad allora e punto di partenza per le successive speculazioni teoriche. Altissimo, nell'opera, il concetto dell'archivistica e dell'importanza di essa al di sopra di ogni disciplina per la formazione dei futuri archivisti. Il manuale è online  [clicca qui]


Alla collaborazione di 
Casanova e di altri archivisti si deve, fra l’altro, la pubblicazione della monumentale opera, in dieci volumi, sulle fonti archivistiche per lo studio dei problemi della popolazione sino al 1848.

GLI ARCHIVI NEI SECOLI. Nel corso di secoli, gli archivi hanno subito una profonda trasformazione passando da  strumenti di potere, cioè depositi di documenti, a cui attingevano  a piene mani sovrani, città, famiglie nobili, istituzioni ecclesiastiche, per attestare e legittimare possessi, poteri, giurisdizioni, e quindi oggetto di attenzione da parte delle autorità, che ne dichiaravano la riservatezza, a patrimonio della nazione e fonti primarie per la ricerca storica, avviandosi così al riconoscimento sempre più esplicito di beni culturali.