30 ottobre 2020

Caravaggio a Roma (4). Inquilino moroso che danneggiava i soffitti.


Dalla fine del 1595 al 1605, nei circa dieci anni trascorsi intensamente nella Roma papale, Caravaggio visse avvenimenti straordinari e drammatici che hanno avuto per scenario la contrada "alla Scrofa" popolata di artisti italiani e stranieri. Come è noto, quella del grande pittore fu una vita vissuta pericolosamente. 
Michelangelo Merisi, più conosciuto come Caravaggio, nasce in Lombardia, da dove giovanissimo emigra alla ricerca di un lavoro. 
LA ROMA DI CARAVAGGIO. La città, che il grande pittore conobbe e nella quale lavorò fin dal suo arrivo, ruota tutt'intorno alle strade e le piazze del rione Campo Marzio e della contrada della Scrofa. Siamo nella centralissima zona tra piazza di S. Agostino e S. Luigi dei Francesi, palazzo Madama e palazzo Giustiniani, la Rotonda e piazza Navona, dove erano anche le botteghe e le osterie da lui frequentate.

CARDINAL DEL MONTE MECENATE DI CARAVAGGIO. Nella città eterna, dopo un periodo di povertà e stenti, e dopo l'esperienza vissuta dal pittore siciliano Lorenzo Carli , il Merisi riesce a conquistarsi la protezione del potente Cardinal del Monte e della sua raffinata cerchia intellettuale.
Con il suo sostegno, ottiene numerose committenze e la sua fama si diffonde. Il Cardinale non solo gli commissiona un gran numero di opere private per sè e per gli amici, ma gli fa anche ottenere le prime committenze pubbliche.

GUAI CON LA GIUSTIZIA. Mentre arrivano i suoi primi successi, a causa di un carattere rissoso e violento, non mancano anche le denunce, gli arresti, i processi, e le chiacchere sulla sua sessualità...
Lena

Abbiamo già parlato del clima di rivalità, invidia e querele fra pittori  che si respirava a Roma. Così nel 1603 per Caravaggio arriva l'accusa di aver diffusoinsieme ad altri compari, un libretto diffamatorio contro il pittore Giovanni Baglione [clicca qui] .
Caravaggio ormai è molto famoso, ciononostante si mette continuamente nei guai: o perchè gira con un'arma non consentita o perchè deve comparire in tribunale per aver gettato un piatto di carciofi in faccia a un cameriere.
Due episodi però fanno precipitare la situazione.
Il primo avviene nel 1605 quando il Pittore aggredisce il notaio Mariano Pasqualone a causa della cortigiana Lena, sua modella in diversi lavori. Per evitare l'arresto fugge a Genova. I suoi protettori negoziano un concordato con l'assalito che gli evita il processo.
Tornato a Roma, nel 1606 avviene un altro gravissimo fatto di sangue...
Il  28 maggio di quell'anno il Pittore pone fine a una lunga rivalità uccidendo a colpi di spada Ranuccio Tomassoni. Viene condannato a morte e deve fuggire definitivamente dalla città papale. 

G. Vasi, 
Palazzo Madama
nel '700
UNA CASA PER CARAVAGGIO. Dove abitava Caravaggio a Roma? È certo che almeno dal luglio 1597 fu ospite del potente cardinale Del Monte a palazzo Madama (attuale sede del Senato). 
Il cardinale, in virtù sia della sua origine toscana, e degli stretti rapporti con i Medici, proprietari di palazzo Madama, animava uno dei più importanti salotti intellettuali di Roma. Del Monte, noto collezionista d'arte e protettore delle arti e scienze, fu, come detto sopra, mecenate di Caravaggio. Consideriamo che alla morte del cardinale la sua collezione contava più di 600 dipinti! 
L'appoggio del cardinale al giovane Caravaggio risultò fondamentale nei primi anni della carriera dell'artista lombardo, anche per averlo introdotto nell'altro ricco salotto del vicino palazzo Giustiniani.
Nel palazzo di Del Monte, oggi prestigiosa sede del Senato, Caravaggio assapora finalmente un periodo di tranquillità dopo le difficoltà finanziarie dei primi anni romani descritte dai biografi secenteschi e ha modo di entrare in contatto con gli intellettuali e i mecenati più illustri e potenti dell'epoca.
Intorno al 1601, Caravaggio cambiò residenza e fu ospite in un altro bel palazzo alle Botteghe Oscure, di proprietà dei fratelli Mattei. 

Morte della Vergine
CARAVAGGIO AFFITTA UNA CASA-STUDIO. L'anno 1601 è importante anche per la nostra storia. Tutto parte infatti dalla commissione che fece il giurista Laerte Cherubini all'artista per l’esecuzione della tela raffigurante la Morte della Vergine da collocare nella chiesa di S. Maria della Scala in Trastevere dei carmelitani, opera alla quale certo cominciò a lavorare negli anni successivi poiché la pala fu sistemata sull’altare della chiesa parecchi anni dopo, nel 1607 (1) . 
Forse proprio in quegli anni Caravaggio desiderò una casa propria dove poter vivere e lavorare. 
Fu probabilmente il committente del dipinto, il giurista Laerte Cherubini, ad aiutarlo nella ricerca di un alloggio, forse per sollecitarlo a concludere la tela (1) commissionatagli nel 1601.
Così l’8 maggio 1604 Prudenzia Bruni, vedova del mercante di pelli Bonifacio Sinibaldi, conoscente del pittore, affittò al Merisi un’abitazione in vicolo di San Biagio in Campo Marzio (ora via del Divino Amore n. 19), di proprietà di Laerte Cherubini, ma di cui la donna godeva l’usufrutto, fin dal 1593. 
E così dopo aver vagato per circa 9 anni ospite di alcuni ricchi e potenti personaggi, il pittore può vivere e lavorare in una casa-studio situata nella stessa zona di Roma. La stradina costeggiava il palazzo dell'Ambasciatore di Firenze e era vicinissima alle altre piazze e vie che Caravaggio frequentava.
Vicolo del divino Amore 
(già vicolo di san Biagio)

GIU' IL SOLAIO COME DA CONTRATTO. Nel contratto di affitto inedito, a lungo cercato e ritrovato nei volumi notarili dell'Archivio di Stato di Roma solo grazie alle attuali approfondite ricerche, compare una sorprendente clausola imposta da Caravaggio alla padrona di casa: quella di scoprire la metà della sala.
L’artista si fece autorizzare a smontare il solaio della soffitta, così da disporre dello spazio necessario a contenere dipinti di dimensioni considerevoli. E la Bruni acconsentì tutelando però i suoi interessi garantendosi, al termine 
della locazione, il ripristino degli ambienti a spese del pittore.
Caravaggio allestì il laboratorio pittorico nella sala al primo piano, spaziosa e illuminata da almeno due fonti di luce naturale, dove probabilmente realizzò la Morte della Vergine (Parigi, Museo del Louvre) e la Madonna dei Pellegrini (Roma, chiesa di S. Agostino). 
In questa casa Caravaggio visse fino a luglio 1605, quando ferì, come detto
sopra, a piazza Navona il notaio Mariano Pasqualoni, «per causa di una donna chiamata Lena, che è donna di Michelangelo», e fu costretto a fuggire a Genova.
LO SFRATTO E L'INVENTARIO DEI BENI. Intanto la padrona di casa Prudenzia Bruni, che si ritrovò senza pigione da sei mesi e senza.. soffitto nel frattempo sfrattò Caravaggio, e si rivolse al tribunale ottenendone il sequestro dei beni lasciati dal pittore nella casa abbandonata dopo la fuga a Genova come risarcimento per gli affitti mancanti.
Il Tribunale affidò al notaio il compito di redigere un elenco, che si è rivelato importantissimo per conoscere a posteriori la descrizione degli oggetti appartenuti al pittore. 
Caravaggio rientrato a Roma il 26 agosto del 1605 per concludere la pace con Pasqualoni, trovandosi sfrattato, si vendicò della Bruni lanciando sassi contro le sue finestre.  
E la stessa Prudenzia che lo racconta al giudice:
..Questa notte circa le cinque hore è venuto detto Micchalangelo et ha tirato molti sassi alla mia gelosia della fenestra che me l’ha spezzata tutta da una banda; dopoi è repassato assieme con certi altri sonando una chitarra et si sono fermati nel cantone del vicolo...

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Leggi i capitoli precedenti
1. Caravaggio a Roma (1). Nuovi documenti cambiano dettagli della sua vita. 
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2. Caravaggio a Roma (2). Rivalità, invidia e querele fra pittori nel 1603 
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 3. Caravaggio a Roma (3). Inizia a lavorare nella bottega del pittore Lorenzo Carli, siciliano clicca qui >>

BIBLIOGRAFIA. Cfr. «So’ cascato per queste strade». La città del Caravaggio di Orietta Verdi sta in Caravaggio a Roma. Una vita dal vero, Roma, 2011, De Luca ed.
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1) Figuriamoci se Laerte Cherubini che voleva donare a quei "buoni padri" la tela per la sua cappella poteva immaginare quel che accadde...Caravaggio infatti per rappresentare la Vergine sul letto di morte si spinse a reclutare una «meretrice sozza degli ortacci» , o una «donna morta gonfia». I "buoni padri" carmelitani si sbarazzarono del bellissimo quadro nel 1607.

[Immagine all'inizio : Cardinal Francesco Maria del Monte (1549 – 1627) di Ottavio leoni]