La Regina Cristina arriva il 20 dicembre 1655, di notte. A Roma piove. Non è possibile, per problemi di cortesia e di diplomazia, dopo il primo colloquio con il papa, trasferire la Regina subito a palazzo Farnese.
La Regina Cristina arriva il 20 dicembre 1655, di notte. A Roma piove. Non è possibile, per problemi di cortesia e di diplomazia, dopo il primo colloquio con il papa, trasferire la Regina subito a palazzo Farnese.
Si decide, dopo alcune incertezza dettate dall'opportunità di ospitare una donna in quelle stanze destinate ai pontefici, di accoglierla nel Palazzo del Vaticano. E la grandezza del palazzo gioca a favore di questa decisione. Il palazzo del Vaticano, essendo stato realizzato tra il XII secolo e il XIX secolo dai vari pontefici che si sono succeduti nel tempo, è già in questi anni un complesso di costruzioni molto ampio.
CRISTINA NEL PALAZZO VATICANO. Come risulta dalle carte d'archivio, in quell'epoca Alessandro VIII abita qui e non a Palazzo Montecitorio. La regina Cristina viene quindi ospitata in un'ala del palazzo, lontana dalla zona dell'appartamento abitato dal pontefice .
E’ la parte edificata da Innocenzo VIII (1484-1492) il cosìdetto Belvedere, collegato al resto da un lunghissimo corridoio. Dal Belvedere la Regina poteva godere della vista dei magnifici giardini, e essere vicina anche alla Libreria vaticana.
All’alba del secolo XVII, il complesso residenziale del vaticano ha già la fisionomia che manterrà almeno fino alla fine del settecento, quando fu aggiunto il Museo Pio-Clementino.
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Matteo Greutner (1556 - 1638) Palazzo vaticano Giardino del Belvedere |
Il papa si adopera per far rifornire questi straordinari appartamenti di arredi preziosi per il guardaroba della Regina, ricorrendo al prestito dai nobili e da persone del suo entourage.
La regina è ospitata nella splendida sala della Meridiana nella torre dé venti. Particolare curioso. In questa torre, così detta perché battuta dal vento, vi erano raffigurazioni di tutti i venti. In particolare sotto quello di tramontana vi era inciso: omne malum ab aquilone (tutto il male dal vento settentrionionale).
La regina è ospitata nella splendida sala della Meridiana nella torre dé venti. Particolare curioso. In questa torre, così detta perché battuta dal vento, vi erano raffigurazioni di tutti i venti. In particolare sotto quello di tramontana vi era inciso: omne malum ab aquilone (tutto il male dal vento settentrionionale).
Si dispose subito di coprirlo con il gesso, affinchè la Regina, che appunto veniva dal nord, non si offendesse e potesse pensare che la scritta fosse una professione di odio contro gli svedesi.
Quindi la regina Cristina, entrata nel palazzo per la porta del giardino pubblico vaticano viene accolta dal maggiordomo del papa, insieme con tutta la corte domestica e onoraria del papa. Da lì è condotta nelle sue stanze. Si cambia, attraversa la galleria e quindi è accompagnata dal papa. Qui l’attende tutto il fiore di Roma. Al cospetto del pontefice ci sono anche i rappresentanti della città. Il governatore di Roma parla per tutti.
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Palazzo del vaticano, Sala della meridiana- volta |
ENTRATA A ROMA DI CRISTINA. La data fissata per la sua entrata solenne è il 23 dicembre da Porta del popolo. E' festa grande anche per Roma e per i romani!!!
E quindi la mattina del 23 dicembre, viene accompagnata a Ponte Milvio. ENTRATA A ROMA DI CRISTINA. La data fissata per la sua entrata solenne è il 23 dicembre da Porta del popolo. E' festa grande anche per Roma e per i romani!!!
Qui ritrova il governatore della città e il magistrato del Campidoglio , con un drappelli di ufficiali. Da qui è scortata alla celebre villa Giulia, fabbricata da Giulio III, che serviva all’uso di tali importanti entrate. Qui giunge anche il maggiordomo del papa, con tutta la corte pontificia, a piedi e a cavallo, e tutti i prelati. Il maggiordomo del papa le presenta come omaggio del papa, una Chinea (*Vedi nota ), una carrozza a sei cavalli, una lettiga e una sedia, tutte coperte di preziosi e ingegnosi ornamenti. La regina Cristina, da buona cavallerizza quale è, monta sulla Chinea e precedendo tutti si avvia verso porta Flaminia dove l’attende il collegio dei cardinali a cavallo, e il cardinale Barberini parla per tutti.
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palazzo del Vaticano sala della Meridiana, ala ovest |
Questo in sintesi quanto raccontato dal cardinale Sforza (vedi nota).
LE SPESE NELLE CARTE D'ARCHIVIO.
Tutti gli eventi che videro protagonisti papa Alessandro VII e la regina Cristina di Svezia nel 1655 trovano degli interessanti riscontri in alcuni documenti, conservati nell'Archivio di Stato di Roma. Da notare che il motivo per cui queste carte sono state scritte e conservate è esclusivamente contabile. Conti, fatture, ricevute, elenchi delle merci (etc) e dei servizi prestati servivano ad artigiani, negozianti, sarti, facchini (etc) per farsi pagare. Questi documenti venivano conservate dagli uffici contabili dell'amministrazione pontificia, come attestato dei pagamenti fatti.
CONTABILITA' NELLO STATO PONTIFICIO. L'organizzazione contabile dello Stato pontificio era molto complessa. Si disponeva di una cassa, la Depositeria, da cui venivano effettuati i vari pagamenti (sostituita nel secolo XVIII dal Monte di Pietà). Tutti i conti presentati -le cosidette giustificazioni - una volta esaminati e giudicati in regola, erano seguiti da un mandato di pagamento emesso a favore del titolare del credito.
Nelle province i vari pagamenti di tasse ed altro (etc) erano appaltati a tesorieri provinciali. Tutti i conti erano registrati dagli uffici della Computisteria generale della Reverenda Camera apostolica.
SPESE PER RICEVERE CRISTINA. Dal punto di vista contabile, diverso è il caso delle spese fatte per ricevere ed alloggiare Cristina di Svezia a Roma.
I pranzi, gli addobbi, l'allestimento degli appartamenti (etc) sono direttamente pagati dal dispensiere del palazzo apostolico.
Per le sue spese personali, per quelle riguardanti il Palazzo apostolico, e per la sua mensa il papa aveva a disposizione dei conti a parte, dove le relative spese venivano a loro volta registrate (vedi a tal proposito i registri della Tesoreria segreta, delle Spese del maggiordomo, e delle Spese minute di palazzo o del cubiculario, sempre nell'ASR).
Sempre diverso è il caso delle altre spese fatte per ricevere la Regina Cristina in altre località dello Stato. Il sistema era quello di reperire e mettere a disposizione una certa somma vincolata ad uno scopo preciso, che era gestita da un amministratore locale.
Tutti gli eventi che videro protagonisti papa Alessandro VII e la regina Cristina di Svezia nel 1655 trovano degli interessanti riscontri in alcuni documenti, conservati nell'Archivio di Stato di Roma. Da notare che il motivo per cui queste carte sono state scritte e conservate è esclusivamente contabile. Conti, fatture, ricevute, elenchi delle merci (etc) e dei servizi prestati servivano ad artigiani, negozianti, sarti, facchini (etc) per farsi pagare. Questi documenti venivano conservate dagli uffici contabili dell'amministrazione pontificia, come attestato dei pagamenti fatti.
CONTABILITA' NELLO STATO PONTIFICIO. L'organizzazione contabile dello Stato pontificio era molto complessa. Si disponeva di una cassa, la Depositeria, da cui venivano effettuati i vari pagamenti (sostituita nel secolo XVIII dal Monte di Pietà). Tutti i conti presentati -le cosidette giustificazioni - una volta esaminati e giudicati in regola, erano seguiti da un mandato di pagamento emesso a favore del titolare del credito.
SPESE PER RICEVERE CRISTINA. Dal punto di vista contabile, diverso è il caso delle spese fatte per ricevere ed alloggiare Cristina di Svezia a Roma.
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Anonimo veneziano Cristina di Svezia ricevuta da Alessandro VII |
Per le sue spese personali, per quelle riguardanti il Palazzo apostolico, e per la sua mensa il papa aveva a disposizione dei conti a parte, dove le relative spese venivano a loro volta registrate (vedi a tal proposito i registri della Tesoreria segreta, delle Spese del maggiordomo, e delle Spese minute di palazzo o del cubiculario, sempre nell'ASR).
Sempre diverso è il caso delle altre spese fatte per ricevere la Regina Cristina in altre località dello Stato. Il sistema era quello di reperire e mettere a disposizione una certa somma vincolata ad uno scopo preciso, che era gestita da un amministratore locale.
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LE CARTE D'ARCHIVIO. Nei documenti conservati presso l'Archivio di Stato di Roma nel fondo Camerale I, Viaggi di pontefici e sovrani, si seguono passo passo le spese relative agli eventi nati intorno a Cristina di Svezia: come ad es. i conti e le fatture per la fornitura di tessuti e delle tappezzerie per i rivestimenti della regale carrozza donata dal papa alla regine insieme alle uniformi dei cocchieri. nelle carte vengono riportate anche le spese per i regali fatti dal pontefice per allestire anche l'alloggio di Cristina di Svezia a Palazzo Farnese, nonchè le spese fatte per l'allestimento di una foresteria, dove fu alloggiato parte del suo seguito.
LE CARTE D'ARCHIVIO. Nei documenti conservati presso l'Archivio di Stato di Roma nel fondo Camerale I, Viaggi di pontefici e sovrani, si seguono passo passo le spese relative agli eventi nati intorno a Cristina di Svezia: come ad es. i conti e le fatture per la fornitura di tessuti e delle tappezzerie per i rivestimenti della regale carrozza donata dal papa alla regine insieme alle uniformi dei cocchieri. nelle carte vengono riportate anche le spese per i regali fatti dal pontefice per allestire anche l'alloggio di Cristina di Svezia a Palazzo Farnese, nonchè le spese fatte per l'allestimento di una foresteria, dove fu alloggiato parte del suo seguito.
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cfr. P. Sforza Pallavicino, Descrizione del primo viaggio fatto a Roma dalla Regina di Svezia...., Roma, 1838
*Chinea : con tale nome si indicava la razza del cavallo bianco sulla cui groppa il re di Napoli faceva pervenire a Roma, presso il Papa la somma del tributo da pagare annualmente per il privilegio che il pontefice disponeva in quanto detentore dei diritti feudali sul regno di Napoli.
*Chinea : con tale nome si indicava la razza del cavallo bianco sulla cui groppa il re di Napoli faceva pervenire a Roma, presso il Papa la somma del tributo da pagare annualmente per il privilegio che il pontefice disponeva in quanto detentore dei diritti feudali sul regno di Napoli.