29 gennaio 2022



Nel 1962 monsignor Amato Pietro Frutaz (1907-1980) pubblicava Le Piante di Roma, tre grandi volumi in-folio che venivano a completare il progetto iniziato negli anni Trenta da Luigi De Gregori, interrotto allo scoppio della seconda guerra mondiale.

Nelle Piante di Roma Frutaz schedava e analizzava 267 piante della città. 

L'opera di Frutaz è rimasta l’unica pubblicazione scientifica che offra una schedatura analitica di tutta la produzione cartografica di Roma, ponendosi come repertorio fondamentale per architetti, storici dell’arte, archeologi e storici di ogni disciplina che si interessi di immagine della città. 
Però va segnalato che l’interesse per la cartografia urbana in generale, e per quella di Roma in modo specifico, è cresciuto enormemente negli ultimi decenni. Anche grazie anche ad alcuni importanti progetti tesi a valorizzare i repertori già editi.
L'opera parte dal 1493 con la Pianta di Roma edita da Artmanno Schedel.
Per poi proseguire con quella bellissima di Pietro del Massaio (sec. XV-2a metà).

L'IMMAGINE DI ROMA. Numerose sono le rappresentazioni iconografiche fatte nei secoli passati, in cui possiamo ammirare Roma  come la rappresentavano gli autori delle splendide piante del secolo XV.
Bisogna infatti fare una distinzione fra le piante realizzate fino alla fine del '400 e quelle successive. 

Soprattutto le immagini realizzate fino al XV secolo, danno una raffigurazione simbolica di Roma. La città non è rappresentata come si presentava nella realtà, ma veniva data un'immagine  ideale della stessa. Dando importanza a quello che in quel momento si voleva evidenziare: la supremazia ponteficia, quella comunale, la decadenza o la supremazia... 
Vediamo la splendida immagine tratta da un'opera letteraria: il Dittamondo
A. P. Frutaz
 di Fazio degli Uberti (Milano, 1447) (Bibliothèque nationale de France).Qui è possibile ammirare una bellissima miniatura con una “Veduta di Roma”.
I due personaggi che ammirano la città sono il poeta e la sua guida, il geografo romano Gaio Giulio Solino (allegoria della Virtù). L’anziana donna accovacciata allude all’antica grandezza di Roma e alla sua successiva decadenza. Tra i monumenti rappresentati si riconoscono Castel Sant’Angelo, la basilica di San Pietro, il Pantheon (sormontato da una croce), il Colosseo, le statue dei Dioscuri e la statua equestre di Marco Aurelio.
Altre rappresentazioni si trovano negli  itinerari di viaggio realizzati per invogliare i pellegrini ad incamminarsi verso Roma, meta del pellegrinaggio cristiano, e per aiutarli, aureliane alla ricerca dei luoghi sacri.

ROMA SIMBOLICA.  Inizialmente la rappresentazione di Roma è simbolica, almeno fino alla fine del '400. Poi cambierà, subito dopo, grazie all’affinarsi delle tecniche cartografiche, arrivando, nel corso dei secoli successivi, ad essere rappresentata in modo reale con la produzione di panorami, vedute e piante.
Studiando le carte storiche è possibile indagare i segni lasciati sul territorio dalla cultura d'ogni singolo periodo storico e si possono percepire le motivazioni che hanno portato a modificare lo spazio urbano e cogliere eventuali cambiamenti della vita politica, sociale, economica, culturale.
A partire dal XVI secolo le rappresentazioni di Roma sono molto diverse dalle precedenti; gli una volta arrivati, a districarsi con maggiore facilità all’interno delle mura
Sec. XV, 2a metà
Pianta di Roma:miniatura di
PIETRODEL MASSAIO 
autori/disegnatori/incisori decidono quale tecnica adottare per “ritrarre” la città. Anche se non tutto è lasciato alla loro libera iniziativa, in quanto le finalità sono dettate dalle esigenze del committente.
Nel 1551 è completata la prima carta di Roma (la prima rappresentazione coerente della città rinascimentale, realizzata da Leonardo Bufalini (Udine, fine XV sec. – Roma, 1552) che ha lavorato a lungo al completamento della sua opera (dai sette ai venti anni) occupandosi di tutte le sue fasi, dal rilievo all’incisione. Qui la città è disegnata così come realmente si presenta agli occhi dell’osservatore del Cinquecento. E via dicendo fino al 1870, data dell'ultima pianta inserita da Frutaz. 

BIBLIOGRAFIA. Cfr. Amato Pietro Frutaz (a cura di), Le piante di Roma. 3 volumi, Roma, Istituto di studi romani, 1962". Per il progetto di rielaborazione delle Piante di Roma vedi qui >>
Per il progetto relativo alla pianta del Bufalini vedi qui [...]