13 giugno 2020

Bandi, editti, notificazioni...

Di grande interesse per conoscere molti aspetti della vita dei sudditi pontifici sono i bandi, gli editti, le notificazioni emanati a Roma dal papa e dalle magistrature della amministrazione pontificia. Gli argomenti trattati infatti sono moltissimi e molto vari. 
Questo materiale aveva un intento normativo, nasceva infatti con lo scopo di regolare ogni aspetto della vita di tutti i cittadini o di particolari categorie (notai, ebrei, banditi, prostitute, tribunali, monasteri ed altri), mediante divieti, tasse, privilegi, concessioni, giubilei, indulgenze etc.
Si tratta quindi di una fonte privilegiata per lo studio della storia e politica ecclesiastica e delle attribuzioni, poteri e attività dei diversi organi della Curia Romana, sia per la ricostruzione delle condizioni socio-economiche della città di Roma e, più in generale, dello Stato Pontificio. I provvedimenti emanati dalle istituzioni pontificie (camerlengo, tesoriere, governatore di Roma, cardinale vicario, presidenti delle strade, delle ripe, della grascia, dell' annona ed altri)  dovevano contrastare e riportare ordine in una città caotica, dove si intrecciavano storie di illegalità, con abusi collegati anche alle pessime abitudini del popolo romano. 

BANDI. Il Bando (ma anche editto, ordine, proclama, bolla, breve, decreto, notificazione, avviso, ordinanza, etc.), identifica un documento, per lo più in un unico foglio ma anche in forma di fascicolo, che notifica decisioni di carattere amministrativo-giuridico emesse dall’autorità politico-territoriale o decisioni di carattere religioso ad opera della diocesi o di varie autorità ecclesiastiche. 
A partire dal secolo XV questi documenti diventarono pubblicazioni stampate destinate all’affissione sulla pubblica via, o a varia pubblica diffusione, sia per fini normativi che informativi.

L’origine dei bandi va ricercata in età comunale, con “le prime redazioni di consuetudini e leggi, spesso nella forma di giuramenti prestati dal podestà o da altri ufficiali al Comune in ordine al rispetto di consuetudini e all’ottemperanza di norme sancite dal consiglio cittadino, oppure nella forma di ‘bandi’ (banna) emanati dal podestà in materia criminale e di polizia urbana”. 1)
Col diffondersi dell’uso della stampa nel XVI secolo inizia il loro massimo sviluppo.
Dei bandi venivano fatte più copie, fino a 1.000 per i casi più importanti; poi erano esposti a Roma per vari giorni in quelle definiti  “loci soliti”.  Poi erano conservati negli archivi delle autorità emananti.

CARATTERE SOLENNE. Questi documenti, trattando di disposizioni normative, dovevano formalmente avere un carattere solenne ed essere di chiaro impatto visivo anche per chi non sapeva leggere. Pertanto nella loro struttura formale ricordano i documenti di cancelleria e presentano uno schema divisibile in tre parti (che corrisponde in diplomatica al ‘protocollo’, ‘testo’, ‘escatocollo’).
La prima parte corrisponde a quella in testa al documento e riporta, a grandi caratteri per un maggior impatto grafico, l’autorità responsabile del documento (talvolta rappresentata unicamente dagli stemmi), le invocazioni, il titolo e, in alcuni casi, la data di emanazione. 
La seconda parte è relativa al testo vero e proprio, stampato in caratteri più piccoli, con le disposizioni normative da seguire, le sanzioni in caso di mancato adempimento e spesso, in calce, la data di emanazione. 
La terza parte, infine, comprende i nomi dei sottoscrittori (autorità emananti, segretario, notaio), talvolta la data di affissione e le note tipografiche. 

Sembrerebbe poi esserci una distinzione fra questi tipi di documenti.
Gli editti erano ordinanze emanate da un’autorità, e avevano quindi il valore di una legge
I bandi invece erano  annunci d'interesse pubblico,  comunicazioni di una notizia di notevole importanza pubblica, letto spesso dal banditore per le vie della città.
La Notificazione era l’atto con cui una pubblica autorità portava a conoscenza della cittadinanza o di singoli cittadini una situazione, una deliberazione, una dichiarazione di volontà, e il mezzo stesso con cui la comunicazione veniva eseguita (affisso murale, lettera ufficiale, ecc.).

ANALFABETISMO DIFFUSO. Queste normative dovevano formalmente avere un carattere solenne ed essere di chiaro impatto visivo anche per chi non sapeva leggere
Cioè per la maggior parte della popolazione, che era analfabeta.
Tenendo conto di questa situazione, dovevano avere una duplice valenza: quella normativa, che intendeva regolare la vita dei cittadini in ogni suo aspetto (dalla salute alla pubblica sicurezza, ai mercati, alle strade, alla giustizia) e quella più propriamente simbolico-visiva, caratterizzata dal risalto grafico dato agli stemmi, per evidenziare e manifestare a tutti, anche agli analfabeti, il potere e il controllo esercitati dall’autorità pubblica

LA STAMPERIA. Nel XVII secolo la diffusione dei bandi raggiunge il suo apice e la stampa viene commissionata a tipografi autorizzati. 
Tutti questi "fogli sciolti" erano stampati infatti nella Stamperia della Reverenda Camera Apostolica, la Tipografia fondata a Roma nel 1589 da Sisto V, che ne affidò la direzione a Paolo Blado; il padre di Paolo, Antonio, aveva già avuto il titolo di stampatore camerale, con relativi privilegi, prima dell'istituzione della Stamperia. Poi questa venne fusa con la Stamperia Apostolica Vaticana nel 1609, e infine tornò ad essere una tipografia autonoma nel 1717.
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LE CARTE D'ARCHIVIO E LA BIBLIOGRAFIA.
Vedi: Inventario n. 107 – Collezione dei Bandi  con relativa bibliografia (cerca su Google)
A. PRATESI, Genesi e forme del documento medievale. Roma, Jouvence, 1979, pp. 67-79.