4 ottobre 2018

Lo Stato di Modena e la Santa sede. Storia di un rapporto difficile /1



Modena-palazzo ducale
La vicenda dei rapporti tra Modena e la Santa Sede prende le mosse dall'atto stesso di costituzione del ducato modenese e cioè la concordia di Faenza del 13 gennaio 1598 fra il pontefice Clemente VIII (1592-1605) e il duca Cesare d'Este. In virtù di essa alla Santa sede era devoluta la ricca Ferrara, con il territorio dell'ex ducato, comprendente, fra l'altro, Comacchio e le sue valli, nonché la Romagna estense (1.

SUCCESSIONE DEL DUCATO DI FERRARA. Ma torniamo indietro, nel 1597 muore il duca di Ferrara Alfonso II che non lascia eredi diretti. 
Il Ducato di Ferrara passa quindi al cugino Cesare, figlio naturale di Alfonso d'Este. Si approfitta però della bastardia di Cesare per negare la legittimità della successione, che infatti non viene riconosciuta da Papa Clemente VIII, ma solo dall'imperatore Rodolfo II.
Il papa ostenta la bolla Prohibitio alienandi et infeudandi civitates et loca Sanctae Romanae Ecclesiae, pubblicata da Pio V nel 1567, che faceva divieto di infeudare i bastardi di proprietà della Chiesa.
Finisce con quest'atto la signoria degli Estensi su Ferrara, che in quanto feudo pontificio ritorna alla Santa Sede! Ferrara che era stata dal Rinascimento in poi uno dei maggiori e splendidi centri della penisola, inesorabilmente si avvia alla decadenza e ad una totale ingerenza e controllo del Cardinale Legato e delle gerarchie ecclesistiche sulla vita e sui costumi della città.

Ferrara in una stampa 
del '600
LA CONCORDIA FAENTINA. Il trattato fra il pontefice e Cesare d’Este apre un lungo contenzioso con la Camera apostolica ampiamente documentato in vari documenti dell' Archivio di Stato di Roma , e dell'Archivio segreto vaticano e condiziona i rapporti fra Modena e Roma per almeno i due secoli successivi.
Grazie al trattato -la concordia faentina del 1598- al duca Cesare d'Este, assolto da tutte le censure ecclesiastiche, veniva dalla Santa sede garantito il pacifico possesso degli stati feudo dall'Impero, cioè Modena, Reggio e Rubiera. La corte estense si trasferisce di lì a poco nella più piccola e disagiata Modena, con irreparabile diminuzione di prestigio e incidenza politica.  Gli estensi perciò non si arresero mai alla perdita della splendida corte di Ferrara e approfittarono di ogni occasione  militare per riconquistare al loro casato la città, dove governava in rappresentanza del papa un  Cardinale Legato.
A questo difficile periodo risale la fortificazione dei confini fra il territorio pontificio di Bologna e quello di Modena e, in particolare, l'edificazione del forte Urbano (2.
Cesare d'Este
La casa estense non si darà per vinta anche nei secoli successivi! Troppi erano infatti gli interessi economici che stavano dietro a queste controversie. Infatti oltre a Ferrara, altro obiettivo era la riconquista di Comacchio, che aveva anche un importante risvolto economico per la ricchezza dei proventi che derivavano dallo sfruttamento delle risorse (soprattutto la pesca) delle valli.

LE CARTE D'ARCHIVIO E LA BIBLIOGRAFIA. La ricerca sui rapporti fra lo stato di Modena e la Santa Sede è il frutto di una indagine iniziata nell’ Archivio di Stato di Roma e proseguita nell’Archivio segreto vaticano. 
Partendo dal fondo Camerale IIIdove la documentazione è ordinata per luoghi, sotto il nome dei comuni dello stato pontificio si trova  interessante documentazione relativa ai rapporti scambiati fra alte cariche dello stato pontificio (tesoriere generale, depositari locali, tesorieri provinciali, appaltatori camerali, governatori, congregazione del buon governo evarie presidenze).
In particolare nella voce Ferrara si conservano importanti documenti utili a questa ricerca ( Lettere del cardinale Aldobrandini al card. Cesi per l' acquisto di Ferrara (1597 – 98), a seguire: “Affitto dei beni del duca di Modena sul ferrarese (1757 – 58), a seguire la “Miscellanea fra cui beni e livelli ecclesiastici nel ducato modenese” e la “Scrittura pubblicata per parte del serenissimo Duca di Modena, Scrittura pubblicata per parte del serenissimo duca di Modena e Risposta delle ragioni che la serenissima casa d’este ha con la Camera apostolica” ).
ASR, Pianta del Forte urbano 
nel 1849
Sempre fra i fondi dell'Archivio di Stato di Roma, nei Cameralia diversa – Collectio Rubini c’è l’ Elenco dei documenti esistenti nell’Archivio segreto vaticano circa le controversie tra la Camera e il duca di Modena circa la pretensione di quest’ultimo di alcune valli di Comacchio.
Ancora curiosando fra i manoscritti della Biblioteca dell’ ASR si è trovata la Relazione delle ragioni entrate e pregiudizi della Camera apostolica nella città, valli e boschi di Comacchio di A. Ricci, compilata nel 1628 per incarico di Urbano VIII. L’autore della relazione destinata ad illustrare agli ufficiali della reverenda Camera apostolica, da cui dipendeva l’amministrazione delle valli, l’effettiva situazione locale e i relativi problemi economico – giuridici, era l’ex governatore pontificio di Comacchio e del suo territorio.
Passando all’Archivio segreto vaticano, c'è da dire che le lunghe dispute fra Modena e la Santa Sede hanno lasciato evidenti tracce.
Si vedano a tal proposito le Scritture per la Camera apostolica nella causa Ferrariensis et Comacchiensis [...] cioè contro le pretensioni eccitate dal duca di Modena e sui miglioramenti feudali e sulle valli di Comacchio e sopra altri beni pretesi allodiali come bosco dell’Elisea e alcune case in Ferrara
Note delle pretensioni del Duca.”e anche Lettera di M.Farnese sulle pretensioni del duca di Modena riguardo alle artiglierie, allo spazio del terraglio presso la fortezza (2 giugno 1604)

Per saperne di più cfr. Lo stato di Modena e la Santa Sede di Marina Morena e Luigi Londei, pubblicato nel 2001 dalla Direzione generale degli archivi nella collana Saggi 66 con il titolo Lo Stato di Modena. Una capitale, una dinastia, una civiltà nella storia d’europa , Atti del convegno Modena , 25-28 marzo 1998 a cura di Angelo Spaggiari e Giuseppe Trenti .
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(1. La Romagna estense, nota anche come Romagna Ferrarese, è la parte della Bassa Romagna che comprende gli attuali comuni di LugoBagnacavalloCotignolaConseliceMassa LombardaSant'Agata sul Santerno e Fusignano.
Il suo nome viene dal fatto che questi territori, tra la fine del XIV secolo e la prima metà del XV secolo entrarono a fare parte dei domini della casa d'Este (duchi di FerraraModena e Reggio). A parte una parentesi veneziana, questi territori rimasero legati ai domini estensi e al Ducato di Ferrara fino all'esaurirsi del casato ferrarese e alla conseguente devoluzione dei possedimenti allo Stato della Chiesa, nel 1598. I ferraresi chiamarono la Romagna estense Romandiola.
(2. Il Forte Urbano comprese le zone esterne, nel 1849 si trovava in uno stato di diroccamento come testimoniato, dal documento.
Il Forte Urbano venne eretto nel 1628 nell’attuale territorio di Castelfranco E., sulla via Emilia poco fuori dalla cinta muraria verso Modena, per voler di Papa Urbano VIII della famiglia romana Barberini. Poco prima era giunto a Castelfranco Giulio Buratti che aveva redatto il progetto, insieme ai colleghi Mola e Costa. Buratti era considerato l’esperto di costruzioni fortificate e di disegno architettonico dello Stato Pontificio. La grande fortezza venne terminata nel 1634, come attesta un documento ufficiale redatto dallo stesso Buratti, ma la tradizione invalsa finora vuole che siano trascorsi più di venticinque anni per la conclusione dei lavori. >>>