21 maggio 2009

Lo Stato di Modena e la Santa sede. Storia di un rapporto difficile /2 .Tentativi per recuperare la tenuta della Mesola


ASR, Veduta del Palazzo della Mesola
dalla parte di Levante
 
Altro motivo di conflitto fra Estensi e la Santa Sede era la questione dei beni allodiali (cioè le terre possedute in piena proprietà) che gli Estensi avevano nel ferrarese, il più importante dei quali era la tenuta della Mesola.

CENNI STORICI. Nel 1578, il duca Alfonso II d’Este per fare un  gentile omaggio alla propria moglie Margherita Costanza,  ricava, a ridosso dell’argine destro del Po di Goro nelll’immenso bosco di Mesola, cantato anche da Ludovico Ariosto. un’imponente tenuta delimitata da una lunga cinta muraria con torri difensive e vi fa facendo costruire un palazzo. Il Castello Estense della Mesola,  esempio di architettura fortificata, è stato  edificato all’interno di una vasta riserva naturale e adibito a residenza estiva e di caccia. I lavori per la costruzione della cinta muraria, e poi  del Castello,  si concludono nel 1586. Ulteriori costruzioni accessorie e altri interventi di finitura procedettero fino al termine degli anni ’80.

Sante Peranda, Ritratto di Alfonso d’Este,
Mantova, Palazzo
IL GOVERNO PONTIFICIO TENTA DI RECUPERARE LA TENUTA DI MESOLA. Gli Estensi avevano nei secoli valorizzato questa zona bonificandola e costruendovi l'imponente castello e la cinta muraria. La proprietà della Mesola era stato motivo di rivalità con i papi, ma anche con i veneziani. Nel 1757 il governo pontificio intraprese un passo, presso la corte di Modena, per prendere in affitto perpetuo il complesso dei beni sopra detti: si trattava, ovviamente, di una forma di alienazione mascherata, in quanto i duchi di Modena non avrebbero più avuto la possibilità di rientrare in possesso dei beni, ma solo quella di percepire per sempre il canone di affitto. 
Con questa sistemazione, sarebbe inoltre scomparsa la figura del rappresentante degli interessi estensi in Ferrara, previsto dalla convenzione di Faenza.
Pur trattandosi, formalmente, di personaggio incaricato di sovrintendere ai privati affari economici dei duchi modenesi, e quindi non ufficialmente investito di funzioni politiche, pure aveva sempre costituito una spina nel fianco delle autorità pontificie che si sentivano in qualche misura controllate nella loro azione. Analogo effetto produceva la presenza in Ferrara di altri interessi modenesi, fra i quali segnaliamo la questione del diritto di posta, che assicurava il trasporto a spese del governo pontificio di tutte le corrispondenze da e per Modena, transitanti per Ferrara.


CONTRATTO DI AFFITTO DELLA MESOLA. Negli uffici romani si cominciò così a preparare uno schema di contratto di affitto perpetuo,  che prevedeva anche l'abbandono di tutti i diritti e interessi che la casa estense aveva nella legazione ferrarese. La trattativa andò avanti per circa due anni, e si giunse alla redazione di una bozza di trattato, che però non andò in porto a causa di un intervento della corte di Vienna.



MATRIMONIO FRA ESTENSI E ASBURGO FANNO PERDERE MESOLA AI PONTEFICI. Questa aveva stipulato un trattato di matrimonio tra l'arciduca Ferdinando, figlio di Maria Teresa imperatrice d'Asburgo, e Maria Beatrice Ricciarda, figlia primogenita dell'allora erede al trono ducale Ercole Rinaldo, ed ancora bambina. Per sicurezza della dote erano stati obbligati proprio i beni estensi nel Ferrarese. Per continuare a garantire la sicurezza della dote della giovanissima principessa, la corte di Vienna avanzò a quella di Modena la richiesta di conseguire l'effettivo possesso dei beni stessi. L'intervento, per quanto solide potessero essere le sue motivazioni economiche, aveva in realtà un contenuto politico, poiché si voleva impedire un pieno esplicarsi della sovranità papale sul territorio ferrarese.
Maria Beatrice Ricciarda
d'Este
Vane infatti furono tutte le controproposte romane volte a garantire in altra maniera gli interessi economici di Vienna. La tenuta di Mesola fu nel 1759 venduta dal duca Francesco all'impero austriaco, e successivamente riacquistata dal pontefice Pio VI nel 1785, entrando così a far parte delle proprietà della Camera apostolica e, da questa, al demanio dello stato italiano.

LE CARTE D'ARCHIVIO E LA BIBLIOGRAFIA.vedi post [..]
Utile è la documentazione del Camerale III, Mesola in Archivio di Stato di Roma, la ricerca si può estendere anche alla Collezione Disegni e mappe e al Catasto gregoriano , sempre in Archivio di Stato di Roma. 

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Per saperne di più sulla controversia cfr. Lo stato di Modena e la Santa Sede di Marina Morena e Luigi Londei, pubblicato nel 2001 dalla Direzione generale degli archivi nella collana Saggi 66 con il titolo Lo Stato di Modena. Una capitale, una dinastia, una civiltà nella storia d’europa , Atti del convegno Modena , 25-28 marzo 1998 a cura di Angelo Spaggiari e Giuseppe Trenti .
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