28 febbraio 2009

Esportare i cereali fuori dallo Stato pontificio. Le "tratte".

ASR, Mole a grano al Gianicolo
Fino al ‘700 il governo pontificio non si preoccupò di accrescere la produzione di cereali e il reddito degli agricoltori, ma solo a rifornire Roma e gli altri centri urbani di generi alimentari. 

Sulle attività collegate alla produzione e al commercio di prodotti cerealicoli influivano negativamente sia le requisizioni di grano ( e lo stesso si potrebbe dire di altri generi alimentari) sia le arbitrarie fissazioni dei prezzi del grano.
Il sistema utilizzato impediva il profitto, provocando un progressivo ma costante abbandono delle coltivazioni da parte dei modesti produttori agricoli.
Il divieto di esportazione inoltre costituiva un altro ostacolo, che veniva aggirato grazie alle cosìdette tratte (vedi ASR, Presidenza dell'annona e grascia, tratte 1565-1797), o meglio dei permessi dati temporaneamente ad alcuni commercianti e produttori in caso di raccolto abbondante. Queste tratte venivano concesse o gratuitamente o dietro pagamento di una tassa e servivano per esportare quella parte dei prodotti ritenuti superflui al consumo interno. 

La produzione veniva controllata per mezzo della «assegna», cioè della denuncia obbligatoria del raccolto, ma i dati così rilevati, spesso erano imprecisi. 
Miniatura medioevale(da Internet culturale)
Questo sistema delle assegne - che veniva applicato in molteplici settori ( sia alle once d'acqua che alle proprietà immobiliari) - non permetteva all'amministrazione di controllare in modo efficace quanto dichiarato
Altro aspetto importante era che le concessioni di esportazione dei cereali fuori dallo Stato dipendevano essenzialmente dall'arbitrio dei funzionari annonari. 
In tale sistema c’era però chi ne traeva vantaggio: il gruppo dei mercanti di campagna, che da ricchi intermediari finanziari e commerciali nel corso dei secoli XVI al XVIII si trasformarono in proprietari fondiari in senso proprio. Grazie alla solida posizione economica che erano riusciti a conquistare potevano contare anche  di tutta una serie di vantaggi, rispetto ai più modesti ceti della popolazione agricola.
Succedeva così  che i funzionari della Presidenza dell’Annona insieme ai tesorieri provinciali * accordassero i permessi di esportazione (le tratte), concedendo loro privilegi di ogni sorta. Grazie alle cospicue mediazioni con questi mercanti e con i grossi proprietari fondiari, che acquistavano il grano appena raccolto dai coltivatori diretti, si arricchivano gli uni e gli altri. 
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*Lo Stato pontificio era articolato in province, governate in temporalibus et in spiritualibus da un rappresentante del potere centrale (legato, rettore, governatore) e da un tesoriere provinciale sottoposto direttamente alla Camera apostolica, il Ministero delle Finanze dell’epoca. Per l'ordinamento territroraile dello stato delle Chiesa vedi -->