23 marzo 2009

Lo Stato di Modena e la Santa sede (capitolo 4)


ASR, Catasto Gregoriano, Pianta di Comacchio
L'accordo tra Francesco II e il pontefice in carica Alessandro VII non fu soddisfacente per nessuna delle due parti, il papa protestò di esservi stato indotto dalla «violenza» delle circostanze e anche il duca di Modena, nonostante i notevoli vantaggi economici conseguiti, si mostrò scontento per non aver raggiunto l'obiettivo politico della recupera di Comacchio, obiettivo che, peraltro, aveva anche un importante risvolto economico per la ricchezza dei proventi che derivavano dallo sfruttamento delle risorse (soprattutto la pesca) delle valli.

Nuova occasione per riaccendere il fuoco delle controversie venne pr. estata dalla guerra di successione spagnola che, apertasi nell'anno 1700, interessò ben presto tutta l'Italia, ed in particolare la pianura padana, divenuta terreno di scontro fra i contrapposti eserciti francese ed austriaco. Il pontefice Clemente XI, inviso all'Impero per aver sostenuto la candidatura di Filippo V al trono di Madrid, si vide, il 24 maggio 1708, occupare Comacchio da truppe imperiali al comando del generale Bonneval. Con ogni probabilità, l'impresa venne suggerita dal duca di Modena, Rinaldo I, che era cognato dell'imperatore Giuseppe I. Il governo romano tentò di reagire con la forza, allestendo un esercito che, al comando del generale Marsigli, tentò di recuperare Comacchio. Dopo alcune operazioni, sanguinose quanto inutili, Clemente XI dovette accettare, il 15 gennaio 1709, l' ultimatum austriaco e l'umiliante pace che ne seguì.
Comacchio rimase in mano imperiale e venne restituita al governo pontificio solo nel 1724.