Nel '700 si cerca, grazie all'intervento dei pontefici Clemente X e di Benedetto XVI, di riorganizzare il settore degli acquedotti urbani, che, nonostante la sua rilevanza pubblica, si era dovuto accontentare, per il lungo periodo precedente, di interventi frammentari da parte dei vari pontefici, che avevano incanalato nuove acque verso Roma, ma che non avevano avviato una gestione omogenea per tutti e tre gli acquedotti (vergine, felice, paolo). Con provvedimenti datati 26 novembre 1701 e 29 dicembre 1742 inizia una riorganizzazione di questo settore molto importante per Roma. Si decide così la nomina di un solo prelato e di ministri comuni alle tre aziende e anche si stabilisce una gestione comune delle rendite, in virtù del fatto che per l'acqua Paola e la Felice erano ineccedenza.
RIORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA DEGLI ACQUEDOTTI ROMANI. Un primo provvedimento è datato 26 novembre 1701, con cui si unifica l'amministrazione dei due acquedotti Vergine e Paolo in unico prelato deputato a soprintendere alla loro gestione .
Benedetto XIV |
Con questo provvedimento si può considerare stabilmente definita per tutto il secolo XVIII la fisionomia istituzionale di questa Presidenza.
LE CARTE D'ARCHIVIO. Si può seguire questa riforma nei documenti della Presidenza degli acquedotti urbani presso l'Archivio di Stato di Roma.