22 dicembre 2020

Agostino Chigi Albani, il diario di Roma scritto dal principe nel 1830-1855.

 

Chi è curioso di conoscere che cosa accadeva a Roma giornalmente dal 1830 al 1855 può utilizzare un'importante fonte di notizie: un diario che registra giorno per giorno gli avvenimenti salienti accaduti nella città.

[Per leggere il Diario clicca qui]
Fu il Principe Agostino III Chigi Albani della Rovere (1771-1855) a scrivere un lungo diario in ventuno quaderni, oggi conservati nell'Archivio Chigi (in deposito presso la Bibl. Ap. Vat. busta 3966 bis), con il titolo Memorabilia privata et publica.

Gli avvenimenti narrati vanno dal 1º genn. 1831 al 9 nov. 1855.

IL DIARIO. Questa cronaca giornaliera, che rappresenta una delle più interessanti fonti per la storia della società romana nella prima metà dell'Ottocento, è stata utilizzata spesso e pubblicata parzialmente, anche se attende ancora un'organica edizione completa.

Nel 1906 è stato pubblicato il "Diario del principe don Agostino Chigi dal 1830 al 1855...", preceduto da un saggio di curiosità storiche, a cura di C. Fraschetti, (Tolentino 1906), talvolta infedele all'originale e molto lacunoso.

Più recente è invece la nuova pubblicazione con il titolo Il tempo del Papa-Re, Diario del principe don Agostino Chigi dall'anno 1830 al 1855, a cura di F. Sarazani, (Milano 1966).
Le numerose altre opere inedite dello stesso Chigi sono conservate sempre nella Biblioteca Apostolica Vaticana sia tra i manoscritti Chigiani nell'Archivio Chigi.

L'ARCHIVIO CHIGI.
Nel 1944, per essere messo al riparo dalle distruzioni belliche, giunse alla Vaticana  l’Archivio Chigi (circa 25.000 unità, secc. XII-XX, insieme a una raccolta di disegni di Gian Lorenzo Bernini). 
L’archivio e i disegni provenivano dal palazzo baronale dei Chigi ad Ariccia, dove erano stati trasportati nel 1918 dal romano Palazzo Chigi in seguito alla vendita di questo al Governo italiano. 
I manoscritti e gli stampati erano già pervenuti alla Biblioteca Vaticana nel 1922, donati dal Governo italiano alla Santa Sede.

IL PRINCIPE AGOSTINO CHIGI ALBANI.
Agostino Chigi Albani era nato a Roma, da Sigismondo Chigi principe di Farnese e da Flaminia Odescalchi, il 16 maggio 1771. 
Dopo aver studiato a Siena, dopo la morte del padre ritornò a Roma per tutelare nel migliore dei modi i suoi interessi. Erede di un ingente patrimonio, Agostino cominciò ad interessarsi di letteratura, belle arti e scienze. Egli frequentò assiduamente i circoli e i salotti culturali di Roma: il suo palazzo stesso fu aperto a poeti e letterati nei ricevimenti del giovedì e della domenica. 

Negli anni della dominazione francese dello Stato pontificio si bercamenò fra i pontifici e i francesi, e venne spesso considerarato filofrancese. Ricoprì anche vari incarichi pubblici.
E restaurato nel 1814 il governo pontificio, grazie all'amicizia con il potente cardinal Consalvi non ebbe ripercussioni per aver sostenuto il regime francese..
Man mano comunque il suo patrimonio fu soggetto a vari problemi. Così negli anni 1841-42 una parte di palazzo Chigi fu fittato all'ambasciata del Belgio e negli anni dal 1847 al 1853 (con la parentesi '48-'49) alla rappresentanza diplomatica del
Regno di Sardegna.
Intanto diminuiva la sua partecipazione alla vita pubblica e culturale di Roma.
Agostino Chigi rimase invece un attento osservatore della vita romana, di cui registrava impassibile nel suo Diario, iniziato nel 1801, gli episodi di qualche rilievo. Dopo il rapido conclave del 1846 seguì con distaccato interesse gli avvenimenti politici, la nascita del mito di Pio IX, le manifestazioni popolari. 
Agostino Chigi morì a Roma il 10 nov. 1855.

I CHIGI AD ARICCIA. Il palazzo ducale di Ariccia è un esempio unico di dimora barocca rimasta inalterata nel suo contesto ambientale e nel suo arredamento originario, a documentare il fasto di una delle più grandi casate papali italiane: i Chigi, già proprietari dell’omonimo palazzo romano, oggi sede della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Iniziato nella seconda metà del sedicesimo secolo dalla famiglia dei Savelli, il palazzo fu trasformato su commissione dei Chigi in una fastosa dimora barocca tra il 1664 e il 1672 su un’idea di Gian Lorenzo Bernini, che si servì della collaborazione del suo giovane allievo Carlo Fontana.
Il palazzo vanta un’importante collezione di dipinti, sculture ed arredi, risalenti prevalentemente al XVII secolo, e provenienti anche da altre dimore di famiglia, tra cui lo stesso palazzo di Roma, venduto allo stato nel 1918.


Il palazzo, ceduto a particolari condizioni di favore al Comune di Ariccia il 29 dicembre 1988 dal principe Agostino Chigi Albani della Rovere, è adibito a museo di se stesso e centro di molteplici attività culturali (mostre, concerti, visite guidate, convegni, etc.).

IL DIARIO. Ma come è articolato questo diario? Non si può parlare di notizie relative ad un determinato argomento, ma piuttosto di notizie circa avvenimenti che il Chigi riteneva importanti. Così  troviamo notizie sulla gerarchia ecclesiastica, ovviamente a cominciare dal papa, visite di personalità artistiche e non solo, notizie circa la pubblicazione di editti concernenti varie materie, ordine del papa circa la velatura di statue e dipinti, notizie di arresti, notizie circa variazioni amministrative, feste, uccisioni...

E' possibile leggere questo diario poichè è online [clicca qui]