11 gennaio 2021

Tasse su case e terreni a Roma nel 1810. Quanto pagavano e chi erano i più ricchi proprietari?

elemosine per i poveri
Robert Kemm (1837-1895):
Pochi ricchi e moltissimi poveri. Come oggi!! Tale era la situazione nelle epoche passate nella Roma papalina.  

AMMINISTRAZIONE FRANCESE A ROMA. Grazie ai francesi , insediatesi ai vertici del governo di Roma, dopo che Napoleone aveva cacciato il pontefice Pio VII, alcuni documenti prodotti in questo periodo e conservati nell'Archivio di Stato di Roma, ci offrono spunti molto interessanti per indagare sul sistema di tassazione e sulla distribuzione dei patrimoni immobiliari a Roma, aspetto di grande attualità anche oggi.
Nei pochi anni, dal 1809 al 1813, in cui lo stato pontificio  fu annesso all' Impero francese ci pensarono gli amministratori francesi insediatesi nei bei palazzi romani a far redigere un elenco per conoscere e tassare chi possedeva a Roma i maggiori patrimoni, investiti in beni immobili.(1) 

PROPRIETARI DI TERRENI E CASE A ROMA. Frutto di questa operazione è un elenco intitolato "Liste dei 600 proprietari più tassati del Dipartimento di Roma del 1810". 
Il calcolo delle tasse era differente  a seconda che i beni fossero rurali o urbani, in sostanza se si trattava di terreni o di case.
Per il bene rurale il contributo era calcolato a seconda del valore catastalementre per le case la tariffa era basata sulla stima di quanto percepito come pigione.
Così in questo elenco vengono registrati i nomi dei proprietari terrieri,  il domicilio, l'ammontare della tassa da pagare, e nelle osservazioni viene indicata la loro professione.
La lista riporta per ogni proprietario fondiario la sua quota in franchi. 
Ma come venivano calcolate questa tasse? 
Fortunatamente fra i vari documenti, 
Pio VII riceve l'ordine di lasciare Roma,
10 giugno 1809
c'è anche una Tariffa dei coefficienti in base al quale si calcolava il valore del patrimonio immobiliare posseduto da ogni singolo proprietario. 


Facciamo qualche esempio per capirci meglio: per i fondi rustici l'imposta di un patrimonio valutato 1.000 scudi era di 33,89 franchi,(circa 6 scudi) quindi per un patrimonio di 1.000.000 di scudi,  in maniera esattamente proporzionale, l'imposta era 33.887,97 franchi (circa 60 scudi). Cioè lo 0,6 % del valore catastale del bene.
Erano somme alte, se raffrontate con le paghe con cui vivevano o pochi fortunati, quelli che potevano contare su un mensile
Ed erano pochi i privilegiati in confronto ai tanti che vivevano a livelli di mera sussistenza, beneficiando delle grandi disponibilità finanziarie degli enti religiosi e assistenziali romani. 
ASR, Lista 30
proprietari più tassati (1810)

UN CASO. Giuseppe Gioachino Belli che inizia a lavorare per l'amministrazione pontificia nel 1807 prendeva mensilmente 3 scudi...e gli esempi potrebbero continuare. 
QUELLI CHE PAGAVANO PIU TASSE. Interessante è un altro documento che contiene la lista dei 30 maggiori tassati e possidenti domiciliati a Roma.
Vediamoli  in dettaglio : 23 nomi sono identificati come  proprietari
Si tratta di nobili delle più ricche famiglie romane:  Borghese, Cesarini, Chigi, Doria, Colonna, Ruspoli, Pallavicini, Altieri, Ceri, Barberini, Rospigliosi, Caetani, Naro, Filonardi,  Poniatoski, Lante, Del Nero, Serlupi, Grillo, Lepri, Canori, Sacchetti. 
Tre sono banchieri:  Torlonia,  Carpegna, Di Pietro, 
E infine 3 negozianti:  Di Pietro,  Paolini, e Valdambrini.
Tutti documenti per tratteggiare un quadro utilissimo per calcolare il grado di concentrazione della ricchezza e verificarne la distribuzione tra le diverse classe sociali. 
Comunque  anche fra i ricchi proprietari censiti, c'era una bella differenza! 
principe Camillo Borghese

IL PRINCIPE BORGHESE ERA IL PIU' RICCO PROPRIETARIO. Scopriamo così  che il più tassato era il principe Camillo Borghese, famoso per essere essere divenuto cognato di Napoleone I, avendone sposato la sorella Paolina
Per il fisco era il più ricco dei proprietari di beni immobili di Roma e la tassa da pagare era di ben 85.551 franchi...Se ne deduce che, fatti i calcoli, il principe possedeva un patrimonio di circa 2 .500.000 di scudi..... ed è nettamente al di sopra di tutti gli altri possidenti in elenco.
E non solo,  anche in quest'epoca, accanto alla maggioranza del popolo totalmente escluso dal possesso di beni immobili, il divario fra il più ricco e gli altri è comunque notevole. 
Infatti  il meno ricco, tale Lorenzo Severini, possiede immobili per un valore soltanto di circa 4.000 scudi. 

LE CARTE D'ARCHIVIO E LA BIBLIOGRAFIA.
Tutti i documenti citati nel testo dell'articolo, insieme ad altri che censiscono le tasse nei vari dipartimenti in cui fu suddiviso lo Stato pontificio, sono nel fondo Miscellanea del Governo francese, conservato in ASRoma.
Per saperne di più  L. Laudanna, Le grandi ricchezze private di Roma agli inizi dell'Ottocento, sta in "Dimensioni e problemi della ricerca storica"(vol.2/1989).
  
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1) Accanto a questo elenco, ne fecero anche redigere un altro relativo ai maggiori patrimoni accumulati in Luoghi di Monte.