3 marzo 2011

A tavola con papa Alessandro VII e Cristina di Svezia

Libro delle preghiere
 di Cristina di Svezia
Biblioteca comunale di Fermo
La storia fa incontrare il papa Alessandro VII e la irrequieta Regina Cristina. E' proprio questo papa e la sua corte che ricevono e ospitano a Roma la  Regina di Svezia. Prima di stabilirsi a palazzo Farnese, Cristina è ospite del papa nel palazzo vaticano.
Alessandro VII (Siena, 13 febbraio 1599 – Roma, 22 maggio 1667) è un discendente dei Chigi, nota famiglia dei potenti banchieri toscani. Viene descritto come un uomo tranquillo, amante, più che della politica, delle arti e della letteratura. Appena eletto sembra voler cambiare e allentare il sistema nepotistico che caratterizza il papato in quei tempi. Non dimentichiamo la piega presa dal pontificato con Alessandro VI Borgia,  suo predecessore  e i suoi figli, tristemente famosi, Lucrezia e Cesare.
Si tratta però solo di una falsa partenza. Ben presto papa  Chigi torna alla consuetudine di favorire il fratello e i nipoti, con posizioni di prestigio nell’amministrazione  e parecchi benefici.
Il busto di Alessandro VII
nella Biblioteca Alessandrina
Altro suo obiettivo è quello di contribuire al rinnovamento della città di Roma, e a lui si devono molte delle opere in stile barocco della città eterna , fatte costruire avvalendosi di Gian Lorenzo Bernini e di Pietro da Cortona. Ma non solo, risale al  1667  anche la maestosa Biblioteca Alessandrina, splendido gioiello inserito nel complesso di Sant'Ivo alla Sapienza, progettata durante il suo pontificato, e affidata al geniale architetto Francesco Borromini.
Fiumi di inchiostro sono stati  versati per descrivere i grandi eventi relativi a questi personaggi. Qui però vogliamo raccontare solo alcuni dettagli, la storia minuta che umanizza la loro dimensione. 
Infatti grazie ad alcuni documenti rintracciati nell’Archivio di Stato  di  Roma è possibile, come dire, stare a tavola con questi grandi personaggi. Vediamo come..

BANCHETTI PER CRISTINA DI SVEZIA. E’ il periodo delle feste natalizie del 1655. Le carte raccontano della preparazione di ricchi banchetti, propri di ogni evento speciale, organizzati nel Palazzo vaticano  e delle fornitura di prodotti alimentari (ma non solo) ordinati per imbandire raffinati tavolate e preparare i trionfi.
M.Damaskinos, Le nozze di Cana,
seconda metà XVI sec., Venezia, Museo Correr.
Cristina di Svezia, dopo vari viaggi,  è  a Roma proprio a ridosso delle feste natalizie: il 20- 23 dicembre del 1655 .
I pasti organizzati dai cuochi (i cosìdetti cochi) a servizio del pontefice sono abbondanti e raffinati! Il Palazzo vaticano, e altri luoghi di minor importanza, che ospitano i numerosi cortigiani e accompagnatori della Regina,   sono coinvolti in grandi preparativi per ricevere con tutti gli onoti la nobile ospite,  e la sua numerosa corte. 
Il banchetto comincia il 23 gennaio  e dura fino al 26 dicembre 1655.
Si ordina perciò ogni ben di Dio!! Non deve  mancare proprio niente.
Complice la documentazione dell'Archivio di Stato di Roma, possiamo trarre alcune informazioni sui prodotti alimentari che era possibile reperire a Roma alla fine del secolo XVII.
La maggior parte dei cibi e prodotti ordinati sono portati direttamente dai fornitori al Palazzo. Ci si rifornisce di carne di vitella, frattaglie, teste di vitella, pollame vario, capponi,  piccioni. Non manca il  prelibato capretto, e le  sue interiora, molto richieste a Roma  ancora oggi (animelle,  e coratelle).  
Fra i vari fornitori incuriosisce  il pelapiedi, che porta  a Palazzo i  piedi di vitella.
Non c’è traccia invece di carne di maiale. E il norcino fornisce cacciagione e tartufoli (cioè patate): starne, piccioni,  tordi,  beccaccie , uccelletti, capriolo , lodole e tortore pernici.
Il fornaio porta solo farina. Nella liste non figurano nè il pane  nè la pasta, perchè probabilmente si facevano direttamente in casa. Anche se in altre liste di alimenti forniti per pasti però fuori da questo Palazzo è compresa la fornitura di pane, biscotti.
Non mancano quelle che anche oggi, nonostante la loro presenza sia ormai comune, sono specialità, cioè cibi particolari, leccornie fornite soprattutto dal pizzicarolo, temine prettamente romano con cui viene indicato il salumiere. 
Alcune di queste specialità provengono da altri Stati: quali il parmigiano e la mortadella, il prosciutto, la bottarga, i capperi, le alici in barile, il salmone e caviale, il tonno rosso. Rifornisce le cucine anche di ova (uova).

Il pizzicarolo, insieme al lattorolo (lattaio) forniscono anche alcuni ottimi prodotti locali:  la ricotta, le salsicce, i butirri (burro o varianti del caciocavallo), lardo, strutto, salame etc, le provature (le odierne mozzarelle) etc.

Caravaggio, Canestra di frutta
La tavola imbandita per la Regina Cristina è ricca di frutta  e verdura di ogni tipo.
Il Merangolaro con tutta la varietà di agrumi, limoni, renderà il banchetto più scenografico. Insieme ai trionfi di zucchero (ne riparleremo in seguito).
Altrettanto ricca la lista dei prodotti acquistati dal confettieredolci già pronti, spezie, frutta secca, canditi, marzapane, biscotti, acque profumate, zucchero, legumi, confetti, mandorle etc..  Ricordiamo che la cucina dell'epoca era molto speziata (cannella, noce moscata, pepe etc). Questa lista comprendeva specialità da Napoli e da Genova.
Olio,  vino, aceto  non mancano certo! Così come il salbianco (particolarmente caro), zucchero in gran quantità e copiose forniture di candele...indispensabili per l'illuminazione di tutti gli ambienti. Non c'è traccia invece di aglio e cipolla!!
La gran fornitura di zucchero serviva per i trionfi, espressione di raffinatezza e cultura Era esplosa nelle corti europee la passione per gli ornamenti da tavola in zucchero, grazie alla scoperta dell'America e allo sviluppo delle grandi piantagioni di "canna".

Per la tavola del pontefice Alessandro VII, si erano fatti preparare dei modelli in creta, che rappresentano la statua dell’abbondanza con spighe in mano, la cornucopia, le 7 arti liberali attorno alla statua di pallade, putti in gesso(etc)..
contadini in una raffigurazione
del sec. XVII
Ben diversa era la tavola del popolo. La cucina era sciapa, in quanto il sale era molto costosoBandita la carne, anch'essa cara per le tasche dei poveri, così come la frutta e gli ortaggi di buona qualità. Il pane veniva mangiato da solo, e i cereali, in genere costituivano la base della alimentazione ! 
Comunque Roma, rispetto alla campagna, poteva dirsi fortunata.. Grazie al papa, alla presenza di istituzioni  caritatevoli, e ai ricchi ecclesiastici, alle famiglie nobili, (etc) la sopravvivenza delle classi più umili era garantita....
Il pane aveva un prezzo calmierato e inoltre in occasione di ricorrenze veniva distribuito gratuitamente...

LE CARTE D'ARCHIVIO. E' tutto documentato nei registri del camerale I, Viaggi di pontefici e sovrani,  conservati presso l'Archivio di Stato di Roma.
[continua]