13 luglio 2019

Incendio della Basilica di San Paolo nel 1823. Leone XII avvia la ricostruzione.


Nella notte fra il 15 e il 16 luglio 1823 un incendio distrusse la basilica di San Paolo, mandando in fumo quattordici secoli di storia. La chiesa era infatti sorta per volere di Costantino sulla tomba di S. Paolo di Tarso, ed era stata consacrata in tempi lontani, il 18 novembre 324.

LE CRONACHE DEL TEMPO. Come fonte per l'incendio e la successiva ricostruzione della chiesa abbiamo  la “Collezione degli articoli pubblicati del diario di Roma relativi alla nuova fabbrica della basilica di San Paolo” (Rev. Cam. Apost., 1845), una sorta di bollettino in cui vengono riportate tutte le cronache relative alla basilica, dal luglio 1823 al mese di dicembre del 1845. 

L'INCENDIO. Si comincia il giorno seguente l’incendio, mercoledì 16 luglio, quando in un primo articolo viene semplicemente data notizia dell’incidente, attribuendo l'evento all'imperizia di due stagnari che stavano riparando il tetto. Le notizie continuano seguendo questa linea. In sostanza non interessava scoprire se la causa dell'incendio fosse dolosa o altra, ma piuttosto ci si accontentò di una spiegazione rassicurante. Venne tirata in ballo anche una punizione divina. Insomma il popolo credette che stava per finire lo Stato pontificio, tanta era l'importanza che per la cristianità rivestiva la santa basilica.
La cavalleria del corpo dei pompieri arrivò con troppo ritardo e i pochi spettatori, compreso i preti del monastero (tutti tratti in salvo) e i contadini del circondario, videro pezzo per pezzo crollare la basilica, senza poter far nulla.
Nell'ultimo articolo del 1823 si ricorda la visita del neo eletto papa Leone XII, successore di Pio VII (Luigi Chiaramonti), che era morto il 20 agosto in seguito ad una caduta che complicò le già critiche condizioni di salute. Proprio quest’ultimo pontefice si era formato nell’ordine benedettino dell’abbazia di San Paolo ma non poté occuparsi della sua amata basilica e, forse, di quella sciagurata tragedia non ne venne mai informato.



RICOSTRUZIONE DELLA BASILICA. Dopo un incendio così rovinoso, doveva seguire la costruzione di un edificio che, per dimensione, è secondo solo a San Pietro, e i cui lavori di ristrutturazione terminarono solo nel 1928, alla vigilia dei Patti Lateranensi.
La distruzione della basilica di via Ostiense risvegliò un vero e proprio interesse storico, archeologico e urbanistico.  Si inserirono nel dibattito relativo alla sua ricostruzione  molti studiosi, come Carlo Fèa, archeologo e collezionista d'arte, e lo scrittore francese Stendhal, che colsero l’occasione per ripercorrere la storia del vecchio monastero e, soprattutto, si inserirono nel dibattito sulla sua imminente riedificazione.

LEONE XII E L'AVVIO DEI LAVORI. La ricostruzione di questa basilica vide  impegnato il neo-papa Leone XII (Annibale della Genga, 1823-1829). 
Anzi costituì la più grande opera avviata dal pontefice marchigiano. Solo avviata perchè per la sua conclusione ci sarebbero voluti oltre cento anni!!

Si trattò infatti dell'ultima grande impresa pubblica della Roma papale e coinvolse tre diversi pontificati - Leone XII (1823-1829), Gregorio XVI (18311846) e Pio IX (1846-1878) - in un’impresa straordinaria obbligata dall’emergenza.
Fu Leone XII ad iniziare tale impresa, annunciando, nel corso dell'anno santo del 1825, il programma di ricostruzione con una serie di provvedimenti legislativi che stabilirono le modalità finanziarie, amministrative e architettoniche della nuova opera. 
Per partecipare concretamente al finanziamento di un'opera che riguardava l'intera cristianità  (enciclica del 25 gennaio 1825) venne chiamata a collaborare anche l'Europa cattolica, in quanto dalla fine del Settecento lo Stato pontificio era fortemente impoverito.
Il papa istituì anche una Commissione speciale (26 marzo 1825), guidata dal segretario di Stato, per decidere sull’andamento del cantiere, sulla scelta degli architetti e sulla ortodossia dei progetti che, con la consulenza dell’Accademia di San Luca, che dovevano attenersi alle raccomandazioni del Chirografo papale (18 settembre 1825). 

LAVORO PER GLI INDIGENTI. La nuova basilica avrebbe inoltre costituito un'occasione d'oro per far lavorare i tanti indigenti, che in quel periodo si riversavano dalla campagna in città.  Dopo il periodo francese, infatti si era registrato un aumento della popolazione, accompagnato però da un generale povertà delle masse che vivevano nella campagne. La carestia degli anni 1816-17 in Europa aveva complicatola situazione!
Questi massa di nullatenenti per sfamasi si riversavano tutti a Roma, costituendo un pericolo anche per l'ordine pubblico. Problema molto sentito dai pontefici.
Anche Leone XII non fu da meno. Appena eletto si occupò di  carceri, di ospedali, di ricoveri  con visite e provvedimenti ad hoc.
E la ricostruzione della basilica poteva essere un'occasione per risolvere questi problemi! Il papa accolse così il suggerimento di occupare queste braccia di lavoro nei primi lavori generici e più pesanti di demolizione, di facchinaggio e di trasporto di materiali. Si proseguì poi con viabilità, canalizzazione delle acque, demolizione delle parti pericolanti, trasporto dei materiali sulle strade e lungo il Tevere
Il cantiere era periferico, vicino al Tevere e ciò permetteva un maggiore controllo su questa massa di indigenti e anche sui forzati impiegati. 

LE FONTI E LA BIBLIOGRAFIA.
Le carte d’archivio documentano soprattutto attraverso le cifre della contabilità i dettagli della gestione della manodopera. Cfr, ASRm, Commissione speciale deputata per la riedificazione della Basilica di S. PaoloASRm, Presidenza delle strade, Lavori stradali in Agro romano e ComarcaASRm, Computisteria generale della Reverenda Camera Apostolica, Archivio posizioni.
Per la bibliografia Cfr. Collezione degli articoli pubblicati del diario di Roma relativi alla nuova fabbrica della basilica di San Paolo” (Rev. Cam. Apost., 1845)
Carlo Fèa inAneddoti sulla basilica Ostiense di San Paolo” (1825), 
CFR: 1823. L'incendio della Basilica di San Paolo. Leone XII e l'avvio della ricostruzione, a cura di I. Fiumi Sermattei, num. mon. "Quaderni del Consiglio Regionale delle Marche", anno XVI, n. 128, luglio 2013, pp. 41-78.
Cfr. M.Calzolari, Leone XII e la ricostruzione della basilica di San Paolo fuori le mura sta in : Il pontificato di Leone XII Restaurazione e riforme nel governo della Chiesa e dello Stato, Atti del convegno, Genga, 1 ottobre 2011, pp-86-106.