11 marzo 2013

Restyling di strade e piazze romane. Nel '500 nasce la Presidenza delle strade.


Piazza san Pietro in una stampa del Seicento
A Roma attualmente è una vera e propria emergenza per le piazze e le strade: buche, avvallamenti, asfalto rovinato etc. creano moltissimi problemi alla circolazione. 
A differenza di quel che accade oggi, le piazze e le strade nei secoli passati erano destinate ai cittadini piuttosto che alla circolazione di vetture e dei mezzi di trasporto.
Per la Roma dei secoli passati, questa situazione è raccontata dai tanti bandi e dagli editti emanati dal Tribunale delle strade, antica magistratura pontificia..
E con il passare del tempo i vari problemi erano destinati ad aggravarsi ... e perciò, a partire dal 600, negli stessi bandi si può trovare già la preoccupazione che le belle piazze romane e le strade non divengano un abituale posteggio per i tanti e diversi veicoli con ruote che,  cominciavano a circolare per Roma carichi di merci e talvolta di persone...

LA PRESIDENZA DELLE STRADE. Nella Roma che sta crescendo per diventare la città  capitale del papa e della chiesa universale, i pontefici sentono sempre di più  la necessità di poter contare su una struttura che controlli il territorio urbano e risolva i problemi del vivere quotidiano: strade e piazze pulite e accessibili, nettezza urbana regolamentata, denuncia degli abusi edilizi  etc...*
E così dalla metà del '500, comincia a rendersi operativa in tal senso la magistratura delle strade, che riceve una sistemazione normativa ed organizzativa più o meno definitive solo sotto il pontificato di Innocenzo XII (1691-1770), con la bolla « Sacerdotalis et Regiae Urbis» del 28 novembre 1692.

Come ricordato, la sua mission  (così si direbbe oggi) è rivolta al controllo e alla regolamentazione del territorio urbano e al suo sviluppo, in pieno boom urbanistico,  che si può così riassumere:

  • vigilanza sulla edilizia privata e tutela dell'ornato cittadino; 
  • viabilità urbana e rete fognaria; nettezza urbana; 
  • viabilità extraurbana: strade consolari e ponti, strade sub urbane, fossi.

Fra tutti questi compiti, fondamentale era quello di soprintendere alla viabilità e a vigilare affinché le strade fossero sempre percorribili, sgombre dai rifiuti e dai vari impedimenti e , perché no, belle ed ombrose. 
Anche le piazze ritenute importanti nodi della viabilità cittadina, sedi di mercato e punti di incontro erano gestite  da questa magistratura.  
G.Vasi, la via Lata (con la chiesa di santa Maria)
Non dimentichiamo infatti che l' intenso  sviluppo urbanistico di Roma si concentrò tra metà Cinquecento e Seicento e apparve subito nei pontefici dell'epoca un forte interesse a controllare lo sviluppo edilizio della  capitale del nascente stato del papa e della Chiesa.


RIPARAZIONI DELLE SELCIATE DELLE VIE URBANE.  Con la progressiva diffusione,  dal 600 in poi, dei veicoli a ruote, la situazione divenne sempre più difficile per le piazze e le strade di Roma e la Presidenza si dovette occupare sempre  più costantemente della loro riparazioneIn questo settore ben presto  divenne abituale la consuetudine, in seguito osservata quasi ininterrottamente fino alle riforme del XIX secolo, di fare eseguire i lavori di riparazione  direttamente ai proprietari (o inquilini) frontisti, a loro spese e previa intimazione spedita a cura della magistratura delle strade. 
Piazza della Rotonda- chirografo
con cui il papa autorizza
 i lavori per il rifacimento della selciata (1662)
Se essi non ottemperavano a quanto prescritto nel tempo stabilito, la magistratura provvedeva a far eseguire «ex officio» i lavori dai capomastri muratori dei rioni, imponendo poi una tassa ai proprietari inadempienti, proporzionale all'estensione della facciata dell'immobile.

LA RIPARAZIONE DEL SELCIATO DELLE PIAZZE. L'amministrazione pontificia usava un sistema che prevedeva una sostanziale distinzione fra la parte centrale della piazza e le adiacenze.  
Solamente per la parte centrale, proprio per ottimizzare i lavori e migliorare la qualità dei materiali usati la Presidenza affidava direttamente l'importante compito alla competenza dei capomastri, scelti da lei stessa, sotto la diretta sorveglianza dei sottomastri
Come detto, questo valeva  per la parte centrale della piazza (la così detta «anima della piazza»), mentre per i «25 palmi dell'adiacenza», cioè la parte con addossati gli edifici, questa doveva essere riparata a cura dei proprietari degli immobili frontisti.
Nel primo caso l'ammistrazione si rifaceva grazie al pagamento di una tassa che veniva imposta ai cittadini interessati, in rapporto al vantaggio ricevuto
E sempre sul pagamento di tasse era basata la politica di questa (e altre) organismo statali.
Così anche quando non fu possibile più proibire la circolazione di veicoli con ruote ferrate di Roma o forestieri, molto presenti dopo il 600, la magistratura  stabilì che i loro conduttori dovessero esser forniti di una apposita licenza e dovessero pagare la relativa tassa: così se non si poteva evitare alla base il danneggiamento del manto stradale, si reperivano perlomeno i fondi necessari alle più frequenti riparazioni.
Inoltre, affinché le strade e piazze non fossero letteralmente invase da commercianti di tutte le specie, anche la esposizione e vendita di merci su «banchi, banchetti e foconi» era condizionata al rilascio di una apposita licenza (cosiddetta «licenza dei suoli di Roma»).


LE CARTE D'ARCHIVIO E LA BIBLIOGRAFIA.  L'Archivio di Stato di Roma conserva l'imponente archivio della Presidenza delle strade (1467-1833). Per  ltutta la bibliografia vedi la pubblicazione: Roma nel primo Settecento.. in Archivi e cultura , 1995, n.28 .
(continua)

-----------------
*Lo stesso vale per il problema dell'acqua vedi ASR, Presidenza degli acquedotti urbani