8 ottobre 2007

La svolta del '400. Papato e Comune: due poteri una città.


 Nel XII secolo anche a Roma, si sviluppa una borghesia commerciale che ha come conseguenza la nascita del Comune, in analogia con quanto accadeva in altre città italiane. Nato da una rivoluzione popolare nel 1143, il Comune tenta di affermare la sua autonomia nell'esercizio del potere amministrativo e giudiziario, entrando in contrasto col Papa. La particolare posizione del Papa, in quanto vescovo di Roma, costituirà
un ostacolo insormontabile per le autorità comunali, che col tempo saranno ricondotte ad una posizione subalterna, a differenza di altre città italiane nelle quali l'autorità del comune si afferma a spese del vescovo. 
Col passaggio dal Medioevo al Rinascimento, il Papa si conferma come il signore di Roma e del suo territorio e come i signori degli altri stati d'Italia, si inserisce nel complicato gioco diplomatico dell’epoca.

Dopo un primo periodo di governo della magistratura del Senatore, nel corso del XIV e XV secolo il Comune a Roma si struttura in due settori: la Camera Capitolina (sec. XVI – 1847), con funzioni amministrative, al 
Roma nel 1550
cui vertice erano i Conservatori, e la Curia Capitolina, con funzioni giudiziarie.[per sapene di più Archivio Storico Capitolino].

Del ritorno del papa da Avignone dopo lo Scisma di Occidente si è già parlato[...].

IL PONTEFICE NICOLO' V. Nella Roma Rinascimentale, un altro momento importante è rappresentato dall’elezione del pontefice Niccolò V (Tommaso Parentuccelli) avvenuta nel 1447. Con questa elezione,  si rafforza l’affermarsi di una nuova figura di pontefice collegata alla realizzazione di un grande progetto : ricostruire la città di Roma.
Nicolò V, sulla scia del predecessore Martino V, elabora perciò un «piano» per Roma in cui struttura urbana e monumenti sono strettamente collegati. Si trattava di migliorare ed abbellire la città con nuovi monumenti degni della capitale del mondo cristiano. Le sue prime preoccupazioni sono rivolte a rinforzare le mura della città, a ripulire e a pavimentare le strade principali e a ripristinare le forniture d'acqua (la fine della Roma antica viene talvolta datata alla distruzione dei suoi magnifici acquedotti da parte degli invasori del VI secolo).

Niccolò V(1447-55)
Niccolò fece quindi restaurare l'acquedotto dell' Aqua Virgo, originariamente costruito da Agrippa - generale e politico romano-, ed affidò il progetto all'architetto Leon Battista Alberti. Nel 1453 fece aprire un nuovo sbocco dell'acqua Vergine che portava l'iscrizione :
Nicolaus V pon max post illustratam insignibus monum urbem ductum aquae virginis vet col rest 1453. L'acqua tornò a fluire abbondante in una grande vasca con tre bocche di notevole portata, sostituita nel '700 dalla Fontana di Trevi.

BIBLIOGRAFIA E FONTI: Per NIccolò V è da consulate la voce  sull'enciclopedia dei papa. all'indirizzo: http://www.treccani.it/enciclopedia/niccolo-v_(Enciclopedia_dei_Papi)/