1 febbraio 2012

L'Accademia di san Luca e la stima dei quadri


Raffaello, San Luca dipinge la Vergine
(Accademia di San Luca)
Siamo nel 1818 e prima di concludere l'acquisto della famosa pittura, nota come Nozze aldobrandine oggi nei musei vaticani,  i vertici dell'amministrazione finanziaria romana vogliono vederci chiaro sul suo reale valore di mercato. 
La richiesta avanzata dall'imprenditore Vincenzo Nelli, figura di spicco nella vita economica romana, è di scudi 15.000. A fronte però di questa ingente somma, le alte cariche dell'amministrazione contabile mostrano al pontefice Pio VII, che premeva per l'acquisto, dubbi e perplessità. Si decide quindi di far stimare il valore della pittura.


L'ACCADEMIA DI SAN LUCA. Chi meglio degli accademici di San Luca poteva esprimere un parere in merito? Viene così interpellata la classe pittorica dell’Accademia di San Luca.
Questa famosa istituzione romana era stata fondata nel 1593 da Federico Zuccaried era strutturata in 3 classi: pittura, scultura e architettura, al loro interno rappresentate da valenti personalità. L'Accademia di San Luca si poneva lo scopo di soddisfare i bisogni educativi, sociali e collegiali dei pittori, degli scultori e degli architetti di Roma. Svolgeva una importante attività didattica per gli aspiranti artisti (vedi la Scuola del Nudo), un azione di sostegno e valorizzazione nei confronti degli artisti, spesso confusi nelle epoche passate con gli artigiani. Col tempo poi si era sviluppato un crescente controllo sulla produzione artistica e sulle stime dei manufatti artistici.    Insomma un punto di riferimento a Roma per il settore delle Belle arti.

Antonio Canova, autoritratto

ANTONIO CANOVA ISPETTORE GENERALE DELL'ACCADEMIA. Nel 1802, Pio VII aveva ordinato di eleggere Ispettore  generale delle Belle Arti di Roma e in tutto lo stato pontificio Antonio Canova, pittore e scultore italiano, massimo esponente del del neoclassicismo. Come ispettore avrebbe dovuto occuparsi anche dei due musei: vaticano e capitolino. Per favorire questa sua iniziativa, Pio VII destinava la cospicua cifra di 10.000 scudi  annui per aumentare le collezioni di questi musei. L'interesse del pontefice Pio Vii nei confronti delle collezioni artistiche è testimoniato anche dopo il 1816. Al ritorno di Canova da Parigi, dove si era recato per il difficile recupero delle opere trasportate a Parigi dai francesi, si rese necessario un riassetto delle raccolte artistiche e lo stesso papa prese importanti decisioni. La galleria dei quadri  sarebbe stata spostata nelle sei stanze che facevano parte dell' appartamento Borgia, e  decise anche una ristrutturazione amministrativa per la gestione delle collezioni...[ vedi nota]

LA STIMA DELLA PITTURA. Come avveniva spesso, dopo un accurato esame, gli accademici di San Luca valutarono la pittura in base alla sua rarità, alla sua fama e, tenendo anche in conto i sostanziali miglioramenti apportati da Vincenzo Nelli, e stabilirono finalmente il suo valore in 7.500 scudi.
Vincenzo Camuccini, auotritratto
In realtà Nelli incassò 10.000 scudi, una sorta di  finanziamento extra per incentivare il suo progetto di fabbricazione del vetro a Roma, attività che si riteneva importante incentivare.

IL COMMERCIO DEI QUADRI A ROMA. Questo episodio, collegato alla vendita delle Nozze Aldobrandine,  non è nè il primo nè l' ultimo che vede coinvolto Vincenzo Nelli come commerciante di quadri.
Infatti subito dopo, nel 1820, indebitato nei confronti della Camera apostolica, per l'appalto dei nitri e delle polveri, Nelli è costretto a cedere allo stato 4 quadri di gran valore: due doppi ritratti del pittore fiammingo Antoon Van Dick, un altro della bottega di Rubens rappresentante San Francesco che riceve le Stimmate e infine la Madonna col bambino del pittore Luca Cambiaso.
Anche in questo caso la stima è fatta da due famosi accademici: il pittore neoclassico Vincenzo Camuccini e il pittore francese neoclassico J.B. Wicar.

LE CARTE D'ARCHIVIO E LA BIBLIOGRAFIA. Per ricostruire la storia istituzionale dell'Accademia di San Luca importanti documenti sono conservati presso l'Archivio di Stato di Roma, nei protocolli dei notai che rogavano a Roma dalla seconda metà del secolo XIV ai primi del XVII. Oltre ai contratti che si stipulavano tra privati, si conservano in questi grandi volumi, corredati da rubriche,  tanti altri atti verbalizzati in qualità di cancellieri per parecchi tribunali della Curia capitolina( ASRoma, fondo Trenta Notai capitolini). Grazie ad un progetto di digitalizzazione, che vede coinvolte parecchie istituzioni, parecchi documenti sono già   consultabili online [clicca qui].Per saperne di più  vedi  S.Guarino, Le collezioni pittoriche del campidoglio e del vaticano, in Roma moderna e contemporanea, 1993, anno 1, n.3
Questo post è tratto  da M.Morena, Amministrazione pontificia e vicende imprenditoriali a Roma: Vincenzo Nelli e la fabbrica privativa di cristalli (1815-1841) sta in  Roma fra la restaurazione e l'elezione di Pio IX. Amministrazione, economia, società e cultura, Roma, Herder, 1997.